I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Come furono i giorni di Noè

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

anno_liturgico I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Mt 24,37-44 Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Come furono i giorni di Noè.
Mangiavano e bevevano.
E non si accorsero di nulla.

TESTO:-

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 24,37-44)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Parola del Signore.

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Mt 24,37-44 Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo

RIFLESSIONI

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Questo testo non fa parte di quelli che si scelgono deliberatamente per trovarvi un conforto e risollevarsi il morale. Eppure la Chiesa mette un tale ostacolo all’inizio dell’anno liturgico. Si tratta di abbandonare il trantran, le abitudini, le usanze, di convertirsi e ripartire da zero. Al di là della gioiosa novella del Vangelo che annuncia la venuta redentrice di Dio, si dimentica e si respinge facilmente l’eventualità del giudizio, anche se non la si contesta assolutamente “in teoria”. È il pericolo che corrono i discepoli di tutte le epoche. Se non si aspetta ogni giorno la sentenza di Dio, non si tarda a vivere come se non esistesse giudizio. Di fronte ad una tale minaccia, nessuno può prendere come scusa lo stile di vita “degli altri”: nessuno può trincerarsi dietro agli altri per sottrarsi al pericolo di essere dimenticato dal Signore. Salvezza e giudizio sono affini uno all’altro, ci scuotono nel bel mezzo della nostra vita: sia nel momento delle grandi catastrofi (la grande inondazione è qui evocata) sia nel corso del lavoro quotidiano nei campi o in casa. Uno è preso, trova scampo, è salvato; un altro è abbandonato. Ma non essere tratti d’impiccio non dipende chiaramente dal beneplacito degli altri. È l’uomo stesso che ha nelle sue mani la propria salvezza o la propria perdizione. Ecco perché, come spesso nel Vangelo, questo brano si conclude con un appello alla vigilanza.

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C Lc 21,34-36 State attenti a voi stessi

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

State attenti a voi stessi.
Che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni…

TESTO:-

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore.

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C Lc 21,34-36 State attenti a voi stessi,

RIFLESSIONI

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Le parole di Gesù ci chiedono di essere pronti e vigilanti: l’ultimo giorno è vicino. Dunque bisogna prepararsi ad esso.
Questo avvertimento ci ricorda che esiste la Verità e che la nostra vita ha un senso profondo. Questa Verità è precisamente nostro Signore, che dà un fondamento alla nostra esistenza e che con la sua grazia illumina il nostro essere interiore. È a motivo di questo dono e del suo appello che è necessario che rimaniamo pronti e vigilanti.
Per questa ragione, il dovere della vigilanza è un imperativo primordiale in vista del mondo futuro. Ogni uomo ha il dovere di preoccuparsi della sua vita personale, in modo che la morte non lo colga in stato di peccato mortale. L’avvertimento, l’esortazione che costituisce questo brano di Vangelo si applica anche alla nostra situazione presente, all’importanza, al significato e al valore del tempo che viviamo.
Per comprendere nel modo giusto la fine del mondo, è necessario che non perdiamo di vista questo: il regno di Dio (il regno di Gesù) arriverà domani e la prossimità della sua venuta comporta un sovrappiù di tentazioni e un combattimento più grande; ma essa ci porta nello stesso tempo la speranza di avere parte alla risurrezione di Cristo. Nella nostra esistenza quaggiù, siamo simultaneamente portatori di segni di morte e di risurrezione. Per questo dobbiamo essere attenti alla parola di Gesù e impregnare di essa la nostra esistenza per non correre il rischio di essere condannati al momento del giudizio finale.

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C Lc 21,34-36 State attenti a voi stessi

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Il cielo e la terra passeranno
Ma le mie parole non passeranno.

TESTO:-

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Due riflessioni di carattere apocalittico costituiscono questo testo: una parabola sui segni premonitori della fine dei tempi (Lc 21,29-31), e una sentenza enigmatica sulla venuta prossima del regno di Dio (Lc 21,-32-33).
Come il germogliare degli alberi in primavera, gli eventi evocati da Luca nel capitolo 21 del suo Vangelo sono segni premonitori della fine del mondo: guerre, persecuzioni dei credenti, terrore e morte (Lc 21,26-27).
Una lettura attenta e approfondita ci permette di scoprire il segno della fine iscritto nella natura stessa dell’uomo. La vita dell’essere umano è un movimento che, da una parte va verso una comprensione e una scoperta sempre più grande del mondo, dall’altra va verso la morte e la sua disparizione.
La morte e la risurrezione di Cristo ci fanno comprendere che la vita umana e terrena va silenziosamente verso la sua rovina ed è precisamente dopo la morte di Cristo che rifulge il messaggio di una vita nuova in Dio, che si manifesta in maniera luminosa a Pasqua e che ci dà la gioia di vivere. Il segno della croce di Cristo è il segno dell’amore di Dio per l’uomo e della salvezza che gli viene accordata. Tutta la vita dell’uomo è circondata da misteri divini fondamentali. E oggi, che il nostro mondo si rivela in cattivo stato, la fiamma della speranza in Gesù Cristo – che ci ha salvato morendo sulla croce – deve continuare a brillare nei nostri cuori.
L’amore di Dio è più forte della morte! Dio non ci dimenticherà al momento della nostra morte. Egli ci promette la felicità che non avrà mai fine.
In questo mondo tutto passa come i fiori di primavera. Così avviene anche dell’uomo. Questo ci procura afflizione, ma la risurrezione di Gesù ci dà una speranza nuova: quella della vita eterna in Dio.

Giovedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Giovedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Risollevatevi e alzate il capo.
Perché la vostra liberazione è vicina.

TESTO:-

Giovedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,20-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Giovedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

“Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. Lc 21, 28
Come vivere questa Parola?

I segni della fine di questo universo saranno drammatici. Ma apparterranno a un linguaggio – diciamo – cosmico.
E il cosmo non è paragonabile in nessun modo al pallone con cui giocano i nostri ragazzi!
Così l’intero cosmo, tutto ciò che, creato da Dio ha vissuto lunghe ere di evoluzione, vivrà più che una distruzione, una profonda trasfigurazione.
No, non sarà il caso di andare a nascondersi in chissà quale rifugio, come ai tempi dei bombardamenti aerei. Per chi ha vissuto nel “sì” a Dio cercando con tutto il cuore di praticare la sintesi dei suoi insegnamenti: l’amore, sarà un momento di grande speranza.
L’aurora del giorno eterno sorgerà senza più guai e tutto sarà gioia di essere amati e di godere amando: esattamente quello di cui ha avuto sete, da sempre, il cuore dell’uomo.
Ecco perché il testo è un invito a “risollevare il capo” fuori da ogni afflizione, a “levarlo in alto”.
Si tratta di capire, credendo, che per il cristiano vivere non è un percorso ?cimiteriale’ contemplando un susseguirsi di tombe ma è questo volgere il capo e la mente e il cuore in alto, in cielo in totale libertà.
Siamo figli della speranza, mio Signore!
Rendimi dunque capace di perseverare non solo nel guardare in alto al tuo cielo ma a Gesù mia salvezza che mi sostiene sulla via di ciò che è giusto, buono e santo.
“Oggi l’uomo pensa, agisce e vive grazie al credito che gli concede la speranza.”

Mercoledì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Mercoledì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.

TESTO:-

Mercoledì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,12-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Mercoledì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Questo brano di Vangelo espone alcune delle questioni fondamentali della vita: la salvezza, le persecuzioni, la fine dei tempi. Quando avverrà tutto ciò? Questi interrogativi, sempre presenti, sono l’espressione del nostro smarrimento di fronte alla vita. Perciò desideriamo conoscere, scoprire il senso del nostro passato e del nostro futuro. In questo modo cerchiamo di superare la nostra disperazione, la nostra paura di fronte alla fine dei tempi, di fronte a tutte le sofferenze che vengono elencate in questo brano. Tuttavia spesso la nostra fede nella potenza di Dio vacilla.
Ma tutti i tormenti, tutte le persecuzioni sopportate per la gloria di Dio sono per noi altrettante occasioni di testimoniare la potenza del Redentore e l’Amore di Dio!
Il Vangelo non ci fornisce soluzioni pronte per i nostri problemi. Esso ci ricorda soltanto che è importante perseverare e restare radicati nella verità di Gesù Cristo. Durante la nostra vita terrena, siamo portati a subire tentazioni, a soffrire pene, dispiaceri, incomprensioni, crisi di disperazione di ogni specie al punto che la vita ci può sembrare vuota e priva di significato.
Ma per quanto dolorose e vane possano sembrare le cose terrene e la vita, la vittoria sulla rovina definitiva, eterna e assoluta è nelle mani di Cristo (Lc 21,8-9).
I discepoli e i fedeli di Cristo, quelli che hanno fondato e costruito la loro vita sulla Parola di Dio, possono far fronte a tutte le persecuzioni e trionfare su di esse, stimolati e fortificati dalla grazia di Nostro Signore. Di conseguenza, noi che crediamo in Dio, dobbiamo salvaguardare i valori umani che il mondo spesso calpesta. È nostro dovere proteggere questi valori e la dignità dell’uomo, perché è nostro fratello in Cristo.
In mezzo al mondo che disprezza e irride i valori sacri dell’uomo e di Dio, dobbiamo difenderli e continuare a praticarli.

Martedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Martedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Badate di non lasciarvi ingannare.
Molti infatti verranno nel mio nome.

TESTO:-

Martedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,5-11)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Parola del Signore.

RIFLESSI8NI

Martedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Non andate dietro a loro!
Quando si legge questo brano del Vangelo, la mente induce subito a pensare a qualche strillone che si spaccia per vero profeta gridando per le nostre strade, alla maniera di Giona nella grande Ninive. Questa è senz’altro una visione affascinante, attraente, ma di certo non è quanto Gesù vuole insegnarci. In verità, quanti si presentano e si spacciano per i nuovi messia sono assai pochi. Anche verso costoro si deve stare attenti, vigilare perché Cristo non venga tradito, rinnegato, messo da parte
Falsi profeti sono tutti i falsi maestri, falsi scienziati, falsi teologi, falsi filosofi, falsi asceti, falsi mistici, falsi pedagoghi, falsi amici, falsi compagni. Satana si presentò ad Eva come un falso serpente, un serpente ingannatore, mentitore, bugiardo. Le indicò una via di vita, che poi si rivelò di morte. Falsi cristi e falsi messia sono oggi tutti i venditori di morte, quanti escludono la sofferenza, l’impegno, il sacrificio, il sudore della fronte per guadagnarsi un tozzo di pane. Quanti propongono la delinquenza, la trasgressione, ogni illecito per diventare ricchi. La falsa profezia abbraccia l’intera società. Anche la politica sovente si riveste di falsa profezia, perché parola ingannevole Vale per il nostro tempo quanto il profeta Michea grida ai suoi contemporanei.
Così dice il Signore contro i profeti che fanno traviare il mio popolo, che annunciano la pace se hanno qualcosa tra i denti da mordere, ma a chi non mette loro niente in bocca dichiarano la guerra. Quindi, per voi sarà notte invece di visioni, tenebre per voi invece di responsi. Il sole tramonterà su questi profeti e oscuro si farà il giorno su di loro. I veggenti saranno ricoperti di vergogna e gli indovini arrossiranno; si copriranno tutti il labbro, perché non hanno risposta da Dio. Mentre io sono pieno di forza, dello spirito del Signore, di giustizia e di coraggio, per annunciare a Giacobbe le sue colpe, a Israele il suo peccato. Udite questo, dunque, capi della casa di Giacobbe, governanti della casa d’Israele, che aborrite la giustizia e storcete quanto è retto, che costruite Sion sul sangue e Gerusalemme con il sopruso; i suoi capi giudicano in vista dei regali, i suoi sacerdoti insegnano per lucro, i suoi profeti danno oracoli per denaro. Osano appoggiarsi al Signore dicendo: «Non è forse il Signore in mezzo a noi? Non ci coglierà alcun male». Perciò, per causa vostra, Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diverrà un mucchio di rovine, il monte del tempio un’altura boscosa (Mi 3,5-12).
Falsi profeti, falsi cristi sono tutti coloro che indicano la via della morte come vera via della vita. Quanti insegnano che l’aborto è diritto della libertà della donna, il divorzio esigenza del vero amore, l’eutanasia vero atto di compassione, l’utero in affitto e ogni altra azione che riguarda l’inizio della vita un diritto dell’uomo e della donna alla paternità e maternità. Falsi profeti e falsi cristi sono ancora quanti sostengono l’amoralità di ogni relazione tra uomo e donna, uomo e uomo, donna e donna. La falsa profezia oggi pervade ogni aspetto della nostra vita. Anche la volontà di dichiarare ogni cosa un diritto dell’uomo, quando diritto non è, è falsa profezia.
Gesù ci avverte. Non andate dietro a loro. Il mondo può ascoltare i falsi profeti, i falsi maestri, i falsi cristi. Gesù vuole che colui che lo ha scelto, rimanga saldo in questa scelta. Rimane fedele se resta ancorato alla sua Parola, al suo Vangelo, alla sua sana moralità. Il mondo è mondo perché è già schiavo della falsa profezia. Chi non la deve seguire è il cristiano, proprio perché Lui ha scelto Cristo come unico e solo maestro di vita. Oggi però il cristiano è falso. Entra in Chiesa, si nutre di Cristo, segue altri.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Gesù.

Lunedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Lunedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C 

I ricchi gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Una vedova povera, ha gettato tutto quello che aveva per vivere.

TESTO:-

Lunedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,1-4)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Lunedì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio
L’offerta per il tempio era una tradizione in Israele molto sentita. Impressa nella mente è la raccolta indetta da Davide per la prima costruzione del tempio di Gerusalemme.
Il re Davide disse a tutta l’assemblea: «Salomone, mio figlio, il solo che Dio ha scelto, è giovane e inesperto, mentre l’impresa è grandiosa, perché l’edificio non è per un uomo ma per il Signore Dio. Con tutta la mia forza ho fatto preparativi per il tempio del mio Dio; ho preparato oro su oro, argento su argento, bronzo su bronzo, ferro su ferro, legname su legname, ònici, brillanti, topazi, pietre di vario valore e pietre preziose e marmo bianco in quantità. Inoltre, per il mio amore per il tempio del mio Dio, quanto possiedo in oro e in argento lo dono per il tempio del mio Dio, oltre a quanto ho preparato per il santuario: tremila talenti d’oro, d’oro di Ofir, e settemila talenti d’argento raffinato per rivestire le pareti interne, l’oro per gli oggetti in oro, l’argento per quelli in argento e per tutti i lavori eseguiti dagli artefici. E chi vuole ancora riempire oggi la sua mano per fare offerte al Signore?». Fecero allora offerte i capi di casato, i capi delle tribù d’Israele, i comandanti di migliaia e di centinaia e i sovrintendenti agli affari del re. Essi diedero per l’opera del tempio di Dio cinquemila talenti d’oro, diecimila dàrici, diecimila talenti d’argento, diciottomila talenti di bronzo e centomila talenti di ferro. Quanti si ritrovarono in possesso di pietre preziose le diedero nelle mani di Iechièl il Ghersonita, perché fossero depositate nel tesoro del tempio del Signore. Il popolo gioì per queste loro offerte, perché erano fatte al Signore con cuore sincero; anche il re Davide gioì vivamente.
Davide benedisse il Signore sotto gli occhi di tutta l’assemblea. Davide disse: «Benedetto sei tu, Signore, Dio d’Israele, nostro padre, ora e per sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, lo splendore, la gloria e la maestà: perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno, Signore: ti innalzi sovrano sopra ogni cosa. Da te provengono la ricchezza e la gloria, tu domini tutto; nella tua mano c’è forza e potenza, con la tua mano dai a tutti ricchezza e potere. Ed ora, nostro Dio, noi ti ringraziamo e lodiamo il tuo nome glorioso.
E chi sono io e chi è il mio popolo, per essere in grado di offrirti tutto questo spontaneamente? Tutto proviene da te: noi, dopo averlo ricevuto dalla tua mano, te l’abbiamo ridato. Noi siamo forestieri davanti a te e ospiti come tutti i nostri padri. Come un’ombra sono i nostri giorni sulla terra e non c’è speranza. Signore, nostro Dio, quanto noi abbiamo preparato per costruire una casa al tuo santo nome proviene da te ed è tutto tuo. So, mio Dio, che tu provi i cuori e ti compiaci della rettitudine. Io, con cuore retto, ho offerto spontaneamente tutte queste cose. Ora io vedo con gioia che anche il tuo popolo qui presente ti porta offerte spontanee. Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, nostri padri, custodisci per sempre questa disposizione come intimo intento del cuore del tuo popolo. Dirigi i loro cuori verso di te. A Salomone, mio figlio, concedi un cuore sincero, perché custodisca i tuoi comandi, le tue istruzioni e le tue norme, perché esegua tutto ciò e costruisca l’edificio per il quale io ho fatto i preparativi» (1Cro 29,1-19).
La donna, ammirata e posta come esempio da Gesù, si inserisce in questa tradizione di elargizione e di offerta perché la casa del Signore possa risplendere di grande luce. È la casa di Dio e deve essere necessariamente bella. Possiamo dire che questa vedova rinuncia alla sua stessa vita per dare più vita alla casa del suo Dio. Gli altri invece non fanno alcuna rinuncia. Prima viene la loro vita, i loro vizi, i loro agi, le loro comodità e poi vi è anche spazio per fare una elemosina alla casa del Signore. Fare una offerta con la fede e farla senza la fede non produce lo stesso frutto. La fede si fa rinnegamento di se stessi. La non fede si fa rinnegamento del nostro Dio.
La fede di questa donna è grande. Al Dio che dona tutto, tutto si dona. Si dona tutto, consegnandosi a Lui che è il nostro tutto. Chi dona a Dio, mai deve avere paura. Il Signore sempre risponde con la larghezza della sua misericordia e della sua bontà infinita. Mai il Signore ha lasciato senza pane colui che lo ha nutrito di pane.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di purissima fede.

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso.

TESTO:-

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 23,35-43) In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

I membri del Sinedrio, che avevano consegnato Gesù a Pilato e ai soldati che dovevano crocifiggerlo, pensavano di essersi liberati di un uomo pio, certo, ma pericoloso politicamente. Ora, essi sono ai piedi della croce e lo scherniscono chiamandolo Messia, eletto di Dio, re. Gesù poteva scendere dalla croce e salvarsi; ma non l’ha fatto, perché altrimenti non ci avrebbe salvato. Ed ecco che raccoglie i frutti della sua passione: uno dei due ladroni crocifissi ai suoi fianchi confessa i propri peccati ed esorta l’altro a fare lo stesso, ma, soprattutto, professa la sua fede: Gesù è Re! Il Re crocifisso gli assicura in modo solenne: “Oggi sarai con me in paradiso”. Adamo aveva chiuso a tutti le porte del paradiso, Gesù, vincitore del peccato e della morte, apre le porte del paradiso anche ai più grandi peccatori, purché si convertano, sia pure nel momento della loro morte. Del resto, noi ben conosciamo molte conversioni simili.

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C

I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito.
I figli della risurrezione sono uguali agli angeli.

TESTO:-

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C


Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 20,27­-40)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio”. Lc 20, 36
Come vivere questa Parola?
E’ nostra certezza fondante la consolazione e il coraggio di vivere credendo a questa consequenzialità tanto semplice quanto luminosa: siamo figli di Dio? Pienamente riconosciuti come figli nel Figlio Unigenito Gesù? E allora siamo anche “figli della Risurrezione”!
Un figlio è partecipe della natura del Padre. E il Nuovo Testamento esplicita (non una sola volta) che per questo siamo “partecipi della natura divina”. Perché la Grazia che Gesù, il Verbo di Dio incarnandosi ci ha acquistato, comporta proprio questo, senza restrizioni di sorta.
Si, posso ripetere a me stesso: Sono figlio di Dio secondo tutta la verità e chiarezza del Vangelo? Sono dunque figlio della Risurrezione.
Tutto quello che giorno dietro giorno vivo sta già passando. Ma la vita: la mia essenza profonda di spirito incarnato: quella non sarà distrutta da “sorella morte corporale” (S. Francesco).
Così, con questo mio corpo, con la mia individualità che Dio ha voluto irripetibile nel Suo originalissimo amarmi per primo, io risorgerò. E tu anche.
Noi tutti, in consapevolezza gioiosa e responsabile d’essere figli di Dio, siamo già? figli della Risurrezione’.
Di qui una domanda: può essere a lungo triste un cristiano? Può non avere un volto da salvato”?
Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. (Sl 50)
La fede si esprime nel dono di sé per gli altri, nella fraternità che rende solidali, capaci di amare, vincendo la solitudine che rende tristi. Questa conoscenza di Dio attraverso la fede non è perciò solo intellettuale, ma vitale.

Venerdì Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Venerdì Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C

La mia casa sarà casa di preghiera”.
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».

TESTO:-

Venerdì Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C


Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 19,45-84)

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Venerdì Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Da una parte Dio, la vita in un impegno contemplativo e creatore, il dono, la condivisione dei beni, l’azione di grazie.
Dall’altra Mammona, il prestigio, il possesso, il profitto, il gusto del potere, vale a dire la morte.
Allora, come essere certi di scegliere con chiarezza, come sfuggire a questa confusione ingannatrice che intesse nel quotidiano i termini di questa unica alternativa?
Come cacciare i mercanti dai templi dello Spirito che siamo noi stessi?
Ma queste domande inquiete, non sono forse proprio l’indizio che Cristo è all’opera con il potere che appartiene a lui solo, quello di ristabilire una capacità di preghiera in coloro che si sanno abitati dal suo Spirito, di generare la violenza pacifica in quelli che vogliono impadronirsi del suo Regno?