Archivi tag: Venerdì XXIII settimana del Tempo Ordinario Anno A

Venerdì XXIII settimana del Tempo Ordinario Anno A

Venerdì della XXIII settimana del Tempo Ordinario Anno A
Beata Vergine Maria Addolorata
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 19,25-27)
Gesù disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio!
Poi disse al discepolo: Ecco tua madre!

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 19,25-27)

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Parola del Signore.Oppure (Anche a te una spada trafiggerà l’anima)TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 2,33-35)
In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore.

Sequenza latino

Stabat Mater dolorosa
iuxta Crucem lacrimosa,
dum pendebat Fílius.

Cuius animam gementem,
contristátam et dolentem,
pertransívit gládius.

O quam tristis et afflícta
fuit illa benedícta
Mater Unigeniti!

Quae maerebat, et dolebat,
Pia Mater, dum videbat
Nati poenas íncliti.

Quis est homo, qui non fleret,
Matrem Christi si videret
in tanto supplício?

Quis non posset contristári,
Christi Matrem contemplári
dolentem cum Fílio?

Pro peccátis suae gentis
vidit Iesum in tormentis,
et flagellis súbditum

Vidit suum dulcem natum
moriendo desolátum,
dum emísit spíritum.

Eia Mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.

Fac, ut árdeat cor meum
in amándo Christum Deum,
ut sibi compláceam.

Sancta Mater, istud agas,
crucifíxi fige plagas
cordi meo válide.

Tui nati vulneráti,
Tam dignati pro me pati,
poenas mecum dívide.

Fac me tecum pie flere,
Crucifíxo condolere,
donec ego víxero.

Iuxta Crucem tecum stare,
et me tibi sociáre
in planctu desídero.

Virgo vírginum præclára,
mihi iam non sis amára:
fac me tecum plángere.

Fac, ut portem Christi mortem,
passiónis fac consórtem,
et plagas recólere.

Fac me plagis vulnerári,
fac me Cruce inebriáriet
cruóre Fílii.

Flammis ne urar succensus,
per te, Virgo,
sim defensus in die iudícii.

Christe, cum sit hinc exíre,
da per Matrem me veníre
ad palmam victóriæ.

Quando corpus morietur,
fac ut animæ donetur
paradísi glória.

Sequenza Italiano

Addolorata, in pianto
la Madre sta presso la Croce
da cui pende il Figlio.

Immersa in angoscia mortale
geme nell’intimo del cuore
trafitto da spada.

Quanto grande è il dolore
della benedetta fra le donne,
Madre dell’Unigenito!

Piange la Madre pietosa
contemplando le piaghe
del divino suo Figlio.

Chi può trattenersi dal pianto
davanti alla Madre di Cristo
in tanto tormento?

Chi può non provare dolore
davanti alla Madre che porta
la morte del Figlio?

Per i peccati del popolo suo
ella vede Gesù nei tormenti
del duro supplizio.

Per noi ella vede morire
il dolce suo Figlio,
solo, nell’ultima ora.

O Madre, sorgente di amore,
fa’ ch’io viva il tuo martirio,
fa’ ch’io pianga le tue lacrime.

Fa’ che arda il mio cuore
nell’amare il Cristo-Dio,
per essergli gradito.

Ti prego, Madre santa:
siano impresse nel mio cuore
le piaghe del tuo Figlio.

Uniscimi al tuo dolore
per il Figlio tuo divino
che per me ha voluto patire.

Con te lascia ch’io pianga
il Cristo crocifisso
finché avrò vita.

Restarti sempre vicino
piangendo sotto la croce:
questo desidero.

O Vergine santa tra le vergini,
non respingere la mia preghiera,
e accogli il mio pianto di figlio.

Fammi portare la morte di Cristo,
partecipare ai suoi patimenti,
adorare le sue piaghe sante.

Ferisci il mio cuore con le sue ferite,
stringimi alla sua croce,
inebriami del suo sangue.

Nel suo ritorno glorioso
rimani, o Madre, al mio fianco,
salvami dall’eterno abbandono.

O Cristo,
nell’ora del mio passaggio
fa’ che, per mano a tua Madre,
io giunga alla meta gloriosa.

Quando la morte dissolve il mio corpo aprimi,
Signore, le porte del cielo,
accoglimi nel tuo regno di gloria.

RIFLESSIONI

Il mondo ha tanto bisogno di compassione e la festa di oggi ci dà una lezione di compassione vera e profonda. Maria soffre per Gesù, ma soffre anche con lui e la passione di Cristo è partecipazione a tutto il dolore dell’uomo.
Leggiamo nella lettera agli Ebrei i sentimenti del Signore nella sua passione: “Egli nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte”. La passione di Gesù si è impressa nel cuore della madre, queste forti grida e lacrime l’hanno fatta soffrire, il desiderio che egli fosse salvato da morte doveva essere in lei ancora più forte che non in Gesù, perché una madre desidera più del figlio che egli sia salvo. Ma nello stesso tempo Maria si è unita alla pietà di Gesù, è stata come lui sottomessa alla volontà del Padre.
Per questo la compassione di Maria è vera: perché ha veramente preso su di sé il dolore del Figlio ed ha accettato con lui la volontà del Padre, in una obbedienza che dà la vera vittoria sulla sofferenza.
La nostra compassione molto spesso è superficiale, non è piena di fede come quella di Maria. Noi facilmente vediamo, nella sofferenza altrui, la volontà di Dio, ed è giusto, ma non soffriamo davvero con quelli che soffrono.
Chiediamo alla Madonna che unisca in noi questi due sentimenti che formano la compassione vera: il desiderio che coloro che soffrono riportino vittoria sulla loro sofferenza e ne siano liberati e insieme una sottomissione profonda alla volontà di Dio, che è sempre volontà di amore.