XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Chi è il mio prossimo?

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,25-37

Un dottore della legge si alzò per mettere Gesù alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: « Va e anche tu fa lo stesso».

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C
Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,1-12.17-20
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il Regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il Regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo Nome». Egli disse loro: «Vedevo satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, Io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei Cieli». Parola del Signore.

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L’invio di altri discepoli per preparare il passaggio del Signore, ci dice che ognuno di noi è chiamato proprio per il Battesimo ricevuto, ad impegnarsi con convinzione e a donare a quanti incontra il messaggio di salvezza che ci arriva dal Vangelo.

“In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.

Gesù passa davanti ad ognuno ed attende una risposta sincera e pentita.

Passa come il Mendicante di amore e si sofferma un po’ di più dinanzi a quei tiepidi che vivono perennemente nell’indecisione tra le cose materiali e un impegnato cammino spirituale. Sono quelli che non riescono a spezzare le catene del peccato pur avendone un vivo desiderio.

Gesù chiede aiuto ai suoi discepoli e oggi come duemila anni fa, li invia ad evangelizzare una società distratta e in grande parte superficiale.

Dobbiamo sentirci investiti dall’incarico del Signore e impegnarci nel testimoniare il Vangelo nell’ambiente che frequentiamo. Il primo luogo è la propria famiglia, poi il lavoro, i conoscenti, tutti vanno considerati come bisognosi della guarigione interiore.

Tutti ne abbiamo fatto l’esperienza, a tutti dobbiamo donare la possibilità di confrontarsi con la Parola di Dio e fare le loro scelte libere.

È vero che Gesù continua ad inviare discepoli in tutto il mondo, suscita sempre anime buone pronte a sacrificarsi e a partire per le missioni nel suo Nome, però il problema sta nella dottrina che diffondono. È importante testimoniare Gesù, ancora più autorevole è farlo nella verità, senza manipolare l’autentico messaggio del Signore.

Il discepolo attendibile ripete fedelmente le parole del Vangelo perché comprende l’efficacia spirituale insita in essa.

Nel presentare il Vangelo deve rimanere al centro Gesù Cristo, non ci sono argomenti più importanti di Lui. I riferimenti opportuni del mondo e delle situazioni che riguardano gli uomini, sono valide se rimangono legate alla Parola di Dio, quindi agli insegnamenti del Vangelo.

Non c’è paura che tenga quando si parla di Gesù. Guardiamo come faceva Lui dinanzi i capi corrotti d’Israele.

“Ecco, Egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che Egli è il Cristo?” (Gv 7,26).

Quando si parla con le parole del Vangelo, non si deve temere la reazione indifferente o il distacco dei mondani. Forse ascoltando le nostre parole si convertiranno in futuro, oppure memorizzano le parole anche se esteriormente mostrano insofferenza.

Non siamo noi a convertire gli altri, è la potenza della Parola di Dio e noi dobbiamo diventare docili strumenti della sua Grazia.

Un aspetto molto importante e che ci sfugge, è la potenza che si acquisisce contro le tentazioni, i disturbi satanici e ogni forma di negatività, quando si osservano i Comandamenti, si prega e si praticano le virtù.

Lo leggiamo nelle parole dei settantadue pieni di gioia: “Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo Nome”.

Proprio nel Nome del Signore i diavoli rimangono terrorizzati e fuggono dalle persone che disturbano in mille modi diversi.

Gesù dà il potere ai suoi seguaci di dominare i diavoli, la condizione è indispensabile: vivere il Vangelo con la lucida coscienza del futuro.

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C Ti seguirò dovunque tu vada

Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del i loro nidi,
ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,51-62)

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio. Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece và e annuncia il Regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio». Parola del Signore

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Quello che appare nella società è l’aumento di molti personaggi poco interessati al bene comune e protesi verso l’affermazione di una visione egoistica e settaria. Questo preoccupa ma non ci scoraggia, anche se si accordano e cercano di manipolare tutto, noi abbiamo una grande Fede. È la nostra bussola. Ci guida verso la Verità tutta intera.

“Verrà lo Spirito di Verità e vi guiderà alla Verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Gv 16,13).

La mancanza della verità è diventata una regola in questo mondo, tutto viene alterato e quanto appare, molto spesso è solo finzione.

Gesù viene sempre più emarginato e questa operazione programmata coinvolge di continuo sempre più persone. Molti cristiani ignorano la finalità di molte azioni che vengono presentate come un miglioramento della società e anche della Chiesa, ma sono credenti privi di una formazione spirituale adeguata.

I samaritani si rifiutarono di accogliere Gesù ma avevano una motivazione religiosa. Oggi Gesù viene emarginato per motivi politici,  economici e sociali, è in atto un complotto contro Lui e i cristiani devono avere chiaro quanto continua ad evolversi contro il Cristianesimo.

“Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme”.

La società odierna è in cammino verso luoghi privi di Dio, si allontana dalla Chiesa e trascura la vita spirituale.

Molti credenti sono in buonafede perché non hanno avuto modo di conoscere la sana dottrina, c’è una responsabilità comunque, c’è anche un mancato interesse da parte di chi dovrebbe dedicare maggiore tempo alla santificazione delle anime.

Già le Chiese aperte sarebbero una gioiosa sollecitazione a fare una visita a Gesù sacramentato, a chiedere aiuto all’Unico che ha il potere di rendere possibile ciò che umanamente è impossibile.

È spontaneo per molti fare promesse anche quando capiscono di non poterle rispettare. Spesso si propongono una condotta di vita migliore, ma non è sufficiente il proposito. Anche quel tale che incontrò Gesù disse: “Ti seguirò dovunque tu vada”. Una ottima disponibilità senza dubbio, ma era un proposito convinto?

Per Gesù quelle parole nascondevano una debolezza profonda, l’incapacità di osservare quanto diceva emotivamente quel tale.

La risposta di Gesù un po’ enigmatica, respinse quanto detto dall’uomo e gli spiegò che per seguirlo doveva prima mettere da parte le certezze umane: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo”.

Camminando incontrò un altro uomo e lo trovò spiritualmente pronto ma egli non aveva ancora spezzato gli affetti umani. “Seguimi”. Un comando perentorio, non più prorogabile, purtroppo quell’uomo non è riuscito a mettere al primo posto Dio, anche nella circostanza che ha spiegato.

“Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre”.

Una richiesta legittima, ma se aveva compreso chi era Gesù, non poteva più preoccuparsi di chi non era più in vita. Cosa avrebbe comportato di spirituale e di benefico al padre, la sua presenza al funerale del padre? Nulla. Anzi, l’obbedienza al Signore avrebbe sicuramente arrecato del bene all’anima del padre.

“Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece và e annuncia il Regno di Dio”.

Camminando incontrò ancora un altro uomo e questi disse: “Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia”.

Non aveva compreso di trovarsi al bivio tra la gloria eterna e la mediocrità pericolosa della vita umana. Anche lui ha messo al primo posto i familiari senza preoccuparsi di Dio. Non si può poi pretendere che Dio si ricordi degli uomini che Lo trascurano o ignorano.

La risposta di Gesù frantuma le illusioni di tutti coloro che hanno abbandonato il cammino spirituale e sono ritornati a vivere come prima della conversione o della Consacrazione al servizio di Dio.

“Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il Regno di Dio”.

XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Chi sono Io secondo la gente?


Pietro, prendendo la parola, rispose:
«Il Cristo di Dio».  

Dal Vangelo secondo Luca (Lu 9,18-24)

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con Lui, pose loro questa domanda: «Chi sono Io secondo la gente?». Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi Profeti che è risorto». Allora domandò: «Ma voi chi dite che Io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. «Il Figlio dell’Uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Parola del Signore.

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La prima affermazione che ci obbliga a riflettere sulla Persona di Gesù è che Lui “si trovava in un luogo solitario a pregare”.

Gesù era la preghiera incarnata, un Uomo autentico traboccante di infinito Amore, il Dio eterno che si è rivestito di un Corpo per farsi vedere.

Non pregava perché si trovava in un luogo solitario, Egli era sempre in preghiera, in comunione perenne con il Padre, uniti dallo Spirito di entrambi. Un solo Spirito rendeva sempre presente il Padre al Figlio, rendeva presente il Figlio al Padre.

Solo Gesù beneficiava della visione beatifica ininterrotta del Padre.

La visione beatifica nella dottrina cattolica, è la percezione immediata della natura divina di cui godono i Beati in Paradiso. Gesù viveva in Palestina, era però anche Dio, quindi solo Lui poteva fruire di questa ininterrotta comunione con il Padre.

Gesù pregava ogni istante, senza avere bisogno dei Salmi che conosceva perfettamente per averli ispirati come Dio, a Davide e ad altri.

Pregava anche quando dormiva, ogni suo gesto e ogni sua parola erano emanazione di preghiera, intesa come un dialogo amoroso tra Figlio e Padre, anche senza parole perché servivano poco le parole a Loro che comunicavano con il pensiero.

Vediamo qual è il vero significato di preghiera.

Gesù da perfetto religioso osservava tutto quanto era prescritto dalla Legge, quindi recitava le preghiere del mattino e della sera, le diciotto Benedizioni durante la giornata. Diceva le preghiere ma Lui innanzitutto pregava, perché tra pregare e preghiere c’è una significativa differenza.

Gesù pregava.

Più che recitare parole Lui era la preghiera, e pregava perché viveva di Amore, un sentimento non comprensibile da nessun essere umano, ma nella vita terrena di Gesù era un legame trascendente con suo Padre. Neanche i più grandi Santi hanno mai potuto comprendere il sentimento amoroso tra Gesù e suo Padre, solo Dio lo conosce.

Nel Vangelo di Luca troviamo che Gesù nei momenti particolari della sua missione era sempre in preghiera. Si ritirava in luoghi solitari e pregava con un trasporto unico. Pregava nel senso che dialogava con il Padre, apriva il suo Cuore innocente al Padre e riferiva tutto.

Anche se non c’era alcuna necessità di esporre al Padre quanto avveniva nel suo apostolato, perché il Padre tutto vedeva e conosceva, Gesù cercava il silenzio soprattutto per ringraziare il Padre, autore principale della redenzione del genere umano.

Nel silenzio della notte, soprattutto, Gesù dialogava con il Padre, mentre durante il giorno -rimanendo perennemente nella visione beatifica-, insegnava e dialogava molto con i discepoli per far accogliere la nuova mentalità del Vangelo.

Bisogna entrare in questo dialogo con Gesù per pregare con il cuore, fino a percepirlo vicino a noi anche quando non preghiamo con le parole ma preghiamo con la vita, perché immersi nelle faccende giornaliere. Tutto deve diventare preghiera, ogni gesto, parola e opera.

Ma questa certezza della sua presenza è avvertita solo da quanti sono avanti nella vita spirituale.

Tutti gli altri continuano a recitare preghiere e non riescono ad entrare in comunione con il Signore, sono distratti dai beni materiali.

“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.

Questa è la condizione posta da Gesù per seguirlo veramente, e rimane impossibile compiere il cammino spirituale senza un sincero rinnegamento verso le cose che inorgogliscono e che fanno piacere ai sensi, ai sette vizi.

Vogliamo ricordare i vizi capitali?

Superbia.

Avarizia.

Lussuria.

Ira.

Gola.

Invidia.

Accidia.

“Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”.

È impegnativo fare questo, è evidente, ma proprio qui si misura l’amore verso Dio e la scelta di diventare un cristiano autentico.

Nessuno si trasforma in poco tempo in un buon cristiano, però lo stesso proposito di cambiare mentalità e rinascere nello Spirito di Dio, è già una vittoria, e sarà sempre più gratificante per la propria realizzazione. Infatti, la vera realizzazione di una persona è l’osservanza dei Comandamenti.

Questo cammino diventa più facile se si chiede aiuto alla Madre di Gesù. Ella è la Maestra di perfezione e di santità.

La recita della preghiera a Lei più cara è il Santo Rosario recitiamolo con devozione e Amore!

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C
Un grande profeta è sorto tra noi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc7,11-17)
Dio ha visitato il suo popolo

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con Lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed Egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande Profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di Lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. Parola del Signore.

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Con la risurrezione del fanciullo abbiamo una dimostrazione dell’Onnipotenza di Gesù, e solo di Gesù possiamo dire che è davvero “il più grande”.

Nel Cristianesimo neanche uomini che hanno vissuto eroicamente si sono sentiti i più grandi… Il motivo è stato di sentirsi sinceramente piccoli dinanzi all’Onnipotente Dio di Gesù Cristo.

San Francesco d’Assisi e San Pio da Pietrelcina, tanto per citarne due, mai si sono considerati i più grandi, al contrario riconoscevano pubblicamente di essere miseri davanti a Dio. Dicevano pubblicamente parole di smisurata umiltà personale, e più crescevano davanti a Dio più vedevano tutti i loro limiti.

I Santi e veri eroi sanno di essere fragili creature.

Il miracolo di oggi è toccante, ci dà tanti Potremo organizzare incontri di preghiera e catechesi proprio sui miracoli di Gesù e le meravigliose parabole.

Il miracolo della risurrezione del fanciullo ci dice che Gesù ci aspetta sempre all’angolo della strada che percorriamo, come avvenne durante il corteo funebre a Nain. Il Signore si avvicinò alla bara e la toccò, «mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Ragazzo, dico a te, alzati!”. Il morto si mise seduto e cominciò a parlare».

Riflettiamo sull’Onnipotenza di Gesù, Lui che fa risorgere i morti dominando la morte, oltre che la natura e la malattia!

Gesù ci è sempre vicino e quando non ci accorgiamo di Lui, vuol dire che siamo troppo presi dalle cose del mondo. Ma chi si accorge del Signore che attende il passaggio dei peccatori morti spiritualmente, viene toccato e rinasce, ricomincia una nuova vita e tutto diventa bello. Ogni istante della vita è una nuova e continua gioia e la pratica delle virtù rende migliori.

Solo seguendo Gesù conosciamo la vera vita, il suo senso, diamo ad ogni cosa il giusto significato e riusciamo a dominare i sensi.

SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ

SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel Cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione». Parola del Signore. (Lc 15,3-7)

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Non vi lascerò orfani, sarò sempre con voi
Là dal tabernacolo Gesù ci invita

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9, 11-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del Regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

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Così Dio amò il mondo, da darci il suo Figlio Unigenito. Queste mirabili parole le vediamo brillare sulla capanna dell’Infante di Betlemme ove Cristo nacque su di un giaciglio di foglie.Le vediamo impresse sulla povera casetta di Nazaret ove Gesù lavorò per amor nostro.Le vediamo là nel pretorio di Caifa, di Erode, di Pilato, ove l’innocente Gesù soffrì per amor nostro.Senza dubbio se Nostro Signore ci avesse amato soltanto fino alla croce, fino a dare la vita per noi, sarebbe già stata una prova di immenso amore, ma il Signore volle far più. Il Cuore di Gesù è Cuore divino, e Dio è eterno ed anche il suo amore non può morire: « Io sarò con voi sino alla consumazione dei secoli ».Ma in che modo, o Gesù, resterai con noi? Se tu stesso hai predetto la tua morte, la tua partenza da questa terra?Nella notte stessa nella quale uno dei suoi amici più intimi, un suo apostolo, Giuda, lo tradiva, nella notte in cui i suoi nemici aizzavano la plebe, radunavano falsi accusatori, armavano soldati per la sua cattura, mentre i Giudei gridavano : « Non deve regnare sopra di noi, è degno di morte… dobbiamo toglierlo dal mondo… », Gesù, là, nel Cenacolo, circondato dai suoi Apostoli dà una prova solenne di tutto il suo amore per gli uomini.« Non vi lascerò orfani, esclama, ma sarò sempre con voi ». Ancora una volta quel Cuore adorabile, pieno d’amore, si commuove, pensa alle anime che avranno bisogno di nutrimento spirituale; che avranno bisogno di Lui e della sua forza ed allora decide di darsi come cibo.Verso la metà della cena, prese il pane, alzò gli occhi al cielo, lo benedisse, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli dicendo: « Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo ». Similmente fece del vino che distribuì dicendo: « Prendete e bevete, questo è il mio Sangue; ogni qualvolta farete questo, fatelo in mia memoria ».Ecco compiuta l’istituzione del Sacramento dell’amore, l’Eucarestia, il Sacramento che fa vivere in mezzo a noi Gesù, anche dopo la sua ascesa al cielo.I nemici uccisero Gesù, suscitarono persecuzioni di ogni genere, cercarono ogni mezzo per toglierlo di mezzo agli uomini, ma tutto fu inutile.Cristiani, quante volte là da quel tabernacolo Gesù ci invita al banchetto divino! accostiamoci a lui. Rallegriamoci di essere nel numero dei fedeli convitati che il Padrone ha introdotto nella sua casa. Là dimenticheremo le nostre tristezze ed ascolteremo dal Cuore di Cristo i suoi divini consigli, là riceveremo la forza, il vigore per vincere i nostri nemici e camminare più speditamente per la via della virtù.Gesù Eucaristico, sole splendente ed ardente d’amore, brilla nella nostra mente, nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nel mondo intero, e facci amare Iddio sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi!

PRATICA. Accostiamoci sovente al banchetto divino. 

PREGHIERA. O Signore, che sotto questo mirabile Sacramento ci hai lasciato un ricordo della tua passione, deh, concedici di venerare così i sacri misteri del Corpo e del Sangue tuo, da sentire continuamente in noi il frutto della tua redenzione.

LA SANTISSIMA TRINITA’

LA SANTISSIMA TRINITA’

Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di Verità, Egli vi guiderà alla Verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà.

Domenica di Pentecoste anno c Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti

Domenica di Pentecoste anno c  Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti

Dal Vangelo secondo Giovanni (14,15-16.23-26)
Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti. Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio Nome, Egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto. Parola del Signore.
Sequenza
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

VI DOMENICA DI PASQUA ANNO C

VI DOMENICA DI PASQUA ANNO C

Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14.23-29) 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la Parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio Nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, Io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che Io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto

SE ASCOLTATE OGGI LA VOCE DEL SIGNORE NON INDURITE I VOSTRI CUORI