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IV DOMENICA DI AVVENTO 2015

A CHE COSA DEVO
CHE LA MADRE DEL MIO SIGNORE VENGA DA ME?

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,39-45)

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la Madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata Colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore Le ha detto». Parola del Signore

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Con molta chiarezza il Vangelo ci spiega che la Vergine Maria è Corredentrice e Mediatrice del genere umano perché ha creduto alle parole di Dio, rivelate dall’Arcangelo Gabriele. Ella prima di tutto ha creduto incondizionatamente, abbandonandosi “nell’adempimento di ciò che il Signore Le ha detto”.
La Madonna è stata grande per la sua piccolezza, la sua umiltà ha conquistato il Cuore di Dio ed è cresciuta adorando e lodando Dio.
È grande il mistero. Il Figlio di Dio lascia i Cieli e trova degna dimora in una Fanciulla, Lui Creatore sceglie la Creatura più umile.
Troviamo nella vita della Madonna un unico ed incessante inno di amore alla Santissima Trinità, e ci insegna a credere nella speranza.
L’Avvento è tempo di speranza, ma umanamente parlando, su quali motivi Ella poggiava la speranza? Chi era Lei per gli uomini e le donne del suo tempo? Le grandi eroine dell’Antico Testamento -Giuditta, Ester, Debora- ebbero già su questa terra una gloria umana. Maria Santissima conobbe poca gloria in questa terra ed è stata innalzata ad una gloria eterna irraggiungibile per chiunque.
C’è un grande contrasto tra la speranza della Madonna e la nostra impazienza.
In questa quarta domenica di Avvento, la liturgia della Parola ci presenta l’incontro tra la Vergine Maria ed Elisabetta, due donne testimoni della fecondità di Dio e della Onnipotenza di Dio nel compiere quanto per noi è impossibile.
Due donne che vedono realizzate le promesse di Dio, anche quelle promesse fatte ad Abramo e ribadite nel corso dei secoli mediante i profeti, a partire da Mosè. Dio è intervenuto grandemente nella vita di Elisabetta guardando la santità della Fanciulla di Nazareth, e per mezzo suo, una donna sterile ed anziana rimase incinta del Precursore del Messia.
Dio guarda la purezza della piccola Maria per togliere la vergogna della sterilità all’anziana Elisabetta.
L’incontro tra le due donne è commovente ed è uno scambio di benedizioni. I complimenti e la felicità sono elevati, questi atteggiamenti sono da imitare perché tra di noi dobbiamo benedirci scambievolmente.
Benedire significa dire bene di qualcuno, il cristiano è chiamato a seminare ringraziamenti con le sue preghiere e la sua vita.
La benedizione di Gesù è la stessa forza del Creatore, una benedizione che non fallisce mai quando la chiediamo umilmente nella preghiera personale. Gesù benedice sempre quanti si rivolgono a Lui e invocano la protezione, il suo Spirito, l’amore, la forza delle virtù.
Quando il cristiano avverte la debolezza o l’abbattimento o la tristezza, deve immediatamente chiedere aiuto a Gesù, deve risvegliare la speranza che Lui è sempre vicino e ci ascolta, ci guarda, ci conosce perfettamente.
Ci ama così come siamo ma ci invita ad abbandonare la vecchia mentalità per rinascere nello Spirito Santo.
Il Signore stesso ci indica che l’oggetto principale della speranza cristiana non sono i beni di questa vita, che “tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano”, ma i tesori dell’eredità incorruttibile, e in primo luogo la suprema felicità del possesso eterno di Dio.
Cerchiamo di lottare con tutte le forze in questi giorni nell’attesa del Natale, contro quelle forme minori di disperazione che sono lo sconforto, lo scoraggiamento e la quasi esclusiva preoccupazione per i beni materiali.
La Madonna visse mettendo al primo posto, al centro della sua vita Dio, non si preoccupò di altro anche perché la sua elezione a Madre di Dio era unica nella storia umana. Ella visse di Fede, disse sì senza tentennamenti, accettò la volontà di Dio e fu talmente convinta da mettersi subito in viaggio per andare a trovare la cugina Elisabetta ed aiutarla.
Non dubitò né rimase indifferente, fece quanto Dio le aveva comunicato per mezzo dell’Arcangelo.
Incontrando Elisabetta, l’anziana che era in dolce attesa di Giovanni Battista, la Madonna espresse alcune parole e lui manifestò la sua gioia. “Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”.
La Madonna portava in grembo Gesù ed era già Mediatrice del Vivente che viene a Natale. Ella continua sempre ad intercedere per noi.

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IV DOMENICA DI AVVENTO 2015ultima modifica: 2015-12-20T21:42:00+01:00da angela1845
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