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Lunedì Della II Settimana Di Avvento Anno A

Lunedì Della II Settimana Di Avvento Anno AGesù disse al paralitico-: alzati.
Prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua.

TESTO:-
Lunedì Della II Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 5,17-26)
Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a Lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro Fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è Costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’Uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te -disse al paralitico-: alzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Lunedì Della II Settimana Di Avvento Anno A

La sicurezza e la naturalezza con le quali Gesù concede al paralitico il perdono dei suoi peccati porta gli osservatori a chiedersi chi è. Egli appare loro come un impostore che ha l’audacia di pretendere di detenere l’autorità divina.
Gesù non risponde alla loro domanda lanciandosi in spiegazioni teoriche, ma agendo, cioè guarendo il paralitico.
Ecco come Gesù offre al paralitico ed alle persone che lo osservano – come a noi oggi – la possibilità di capire la sua importanza: egli libera dalle sue sofferenze, dalla sua solitudine e dal suo handicap chi crede in lui. Lo fa uscire dall’ombra e dalle tenebre della sua esistenza per condurlo alla luce. Gesù gli fa dono della salute, di un coraggio nuovo e della comunità degli uomini. Grazie a lui, egli diventa un uomo nuovo.
Un tempo, come oggi, chi si rimette a Gesù con fiducia, e lo segue, sente sbocciare in sé delle possibilità insospettate – malgrado le deviazioni e gli abusi di questo mondo – sente che il regno di Dio arriva.

II DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

II DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Preparate la via del Signore.
Raddrizzate i suoi sentieri.

TESTO:-

II DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 3,1-12)
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Parola del Signore.

RIFLESSIONI
II DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

In san Matteo e san Marco, la predicazione di Giovanni Battista è il segnale dell’inizio dell’azione pubblica di Gesù. Con il suo discorso che chiama alla conversione, la presenza vicina diventa il messaggio di Gesù: “Il regno dei cieli è vicino!”, e la differenza con questo si fa chiara: i battesimi di Giovanni non permettono di rimettere i peccati. San Matteo con le sue parole ci dà un’idea della grande importanza di Giovanni Battista, della sua influenza e della sua azione. Nelle parole di san Matteo si legge la convinzione che Israele si trovi in una situazione senza uscita. Non vi è più la sicurezza collettiva che derivava dall’appartenenza alla discendenza di Abramo. L’avvenire di ognuno dipende dalle proprie azioni: “Fate frutti degni di conversione!“. Tuttavia l’avvenire è anche nelle mani di Dio, cioè nelle mani di colui che verrà dopo Giovanni: la mano che separa il buon grano dalla zizzania compirà presto la sua opera. Il giudizio che verrà è anche la ragione per cui Giovanni invita alla conversione. Israele è alla fine della sua sapienza. Anche se Giovanni Battista non ha ancora un’idea chiara di colui che verrà dopo di lui, sa una cosa: egli è il più forte. Giudicare è fare una scelta. Così, prepararsi al giudizio è prendere una decisione.

Sabato Della I Settimana Di Avvento Anno A

Sabato Della I Settimana Di Avvento Anno A

Gesù Vedendo le folle, ne sentì compassione.
Perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore.

TESTO:-

Sabato Della I Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,35-10,1.6-8)
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Sabato Della I Settimana Di Avvento Anno A

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.
Il Vangelo di oggi celebra l’amore gratuito di Dio. «Vedendo le folle stanche e sfinite» a forza di seguirlo, Gesù «ne sentì compassione». Ritorna quel verbo assai raro già trovato in Matteo (Mt 15, 32) e che esprime “le viscere di compassione” di una madre verso il figlio. Gli uomini, afferma l’Evangelista, sono apparsi a Gesù stanchi e sfiniti, «come pecore senza pastore». Ma nello stesso tempo l’umanità sembra a Gesù come una messe promettente e pronta per essere raccolta, ma che attende invano i mietitori, perché gli «operai sono pochi». Tuttavia, non deve mai prevalere lo sconforto, ma l’umile e insistente preghiera: «Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!
Stiamo passando un periodo storico assai buio, dopo i recenti fatti tragici di Parigi e del Belgio, come anche fatti all’interno della Chiesa stessa. Non dobbiamo lasciarci prendere dallo sconforto. Nessuna epoca è troppo buia per la misericordia di Dio, nessuna tempesta potrà scuotere la Chiesa fino a farla sommergere. Siamo certi che Dio ci ama e non ci abbandona: Egli rinnova sempre il prodigio della sua gratuità salvando la Chiesa nel momento stesso in cui essa pare che stia per affondare.
Dio, ci assicura Gesù, ha un cuore di Pastore e manda pastori al suo popolo sfinito. Come il Salvatore, appena si rese conto della stanchezza della folla che lo seguiva, inviò i dodici apostoli, così anche oggi, l’amorosa misericordia di Dio è pronta a suscitare i profeti e i pastori di cui il suo popolo ha bisogno. E infatti la divina Provvidenza ha inviato alla nostra Chiesa tanti pastori santi nel nostro tempo, e in particolare oggi, un Pastore saggio e sapiente che la guida e la sorregge: il nostro Papa Francesco. Egli ci ha fatto un enorme dono indicendo il Giubileo della Misericordia.

Venerdì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Venerdì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Gesù disse: «Credete che io possa fare questo?».
Gli risposero: «Sì, o Signore!». E si aprirono loro gli occhi.

TESTO:-

Venerdì Della I Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 9,27-31)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».
Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!».
Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi.
Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Venerdì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Due ciechi lo seguivano urlando. È un urlo che viene dal profondo come accade per chi non può vedere la forma delle cose, quindi la loro bellezza e la verità che in esse si cela. Solo un cieco può urlare per riavere la vista. È, la sua, una domanda singolare di pietà, quasi violenta, tanto acuto ha il sentimento della perdita che il non vedere implica.
I due non si peritano neppure di dire cosa vogliono: quell’urlo parla per loro quando si sono accostati a Gesù. Ma avrebbero urlato se non fossero stati assolutamente certi che ciò che chiedevano quell’uomo poteva compierlo?
Si può urlare per ricevere pietà, se si è mossi da un bisogno incontenibile, da un desiderio insaziabile, solo quando ci si imbatte in uno che può compiere il miracolo.
E Gesù esaudisce la domanda di fede. Apre gli occhi ai due. Perché normalmente la nostra fede non ha la forza di questo urlo? Perché si stempera nella dimenticanza annoiata? Perché si affievolisce nella prova come un lucignolo fumigante? Forse perché il nostro cuore si ottunde e non anela più a quella bellezza che commuove e a quella affezione che edifica.

Mercoledì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Mercoledì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Venite, vi farò pescatori di uomini.
Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.

TESTO:-
Mercoledì Della I Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 4,18-22)

In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Parola del Signore.

RIFLESSIONI
Mercoledì Della I Settimana Di Avvento Anno A
Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
Cosa abbiamo noi nella vita? Tutto:
salute, affetti, lavoro, soldi, casa, figli, genitori, vestiti, cibo e tutto in abbondanza. Forse qualcuno non ha la salute, o non ha avuto figli o non ha più i genitori o ha perso il lavoro, ma difficilmente c’è qualcuno che non ha nulla di tutto ciò, qualcuno che è così povero da non aver né casa, né lavoro, né salute, né alcuno al mondo disposto ad amarlo, ma se ci fosse qualcuno in queste condizioni avrebbe comunque la sua anima che rappresenta il novantanove per cento della sua esistenza perché in essa c’è racchiusa l’essenza della vita, perché da essa si può ripartire e ricominciare ogni volta che si cade.
Siamo quindi e comunque persone che abbiamo tutto ed è proprio per questo che siamo così poveri. Più abbiamo e più vorremmo avere, stringiamo forte i nostri possedimenti, diventiamo possessivi, gelosi, legati alle cose materiali, arrivisti ed egoisti. Così quando Gesù passa vicino e noi e ci chiama quasi non lo ascoltiamo nemmeno, distratti da tutto ciò che abbiamo. Il Signore allora ci chiama più forte e ci dice “seguimi” ma rispondiamo “no, lasciami stare” che ho mille impegni, e poi “seguimi”, si, ma dove, quanto mi dai, quando ho le ferie, che tipo di contratto mi fai, quanta sicurezza per il futuro mi puoi dare. Che tristezza prova Gesù davanti a tali risposte, delusione, dispiacere che l’uomo non capisca che i valori della vita non sono quelli che si decomporranno, ma quelli che costruiamo dentro di noi e che nessuno potrà mai toglierci. Non è la casa, il nostro corpo, il cibo, il lavoro, i soldi a fare bella una persona, ma i valori che porta dentro sé, quei principi che riesce a condividere con gli altri, la vera eredità di un uomo. Di mia madre ormai resta solo un pizzicotto di polvere e qualche foto sbiadita dal tempo, ma i suoi principi sono dentro al mio cuore ed ogni giorno li propongo ai miei ragazzi e a tutti coloro che in qualche maniera desiderano porgere l’orecchio alle mie riflessioni. Badate bene, non un insegnamento, l’unico Maestro è Dio, ma una semplice cassa di risonanza attraverso la quale amplificare la chiamata di Dio “seguimi”. Il nostro compito è solo questo, captare l’attenzione delle persone e dire loro “il Signore ti sta chiamando”.
Gli apostoli lasciarono quel poco che avevano, la famiglia, la barca, le reti per seguire Gesù e lo fecero “subito” senza esitazione, senza pensarci due volte. Questo vuole il Signore da noi che lo seguiamo subito e abbandoniamo tutto quello che di terreno, poco o tanto che sia, abbiamo accumulato in questa nostra umile esistenza di uomini.
Se non risponderete alla Sua chiamata il Signore non si arrenderà e continuerà a chiamarvi, a volere che lo seguiate senza esitazione e vi darà tanta di quella gioia che tutti i soldi del mondo non potranno mai darvi.
E’ così bello essere “pescatori di uomini”, poter mettere a disposizione di chi non li conosce i nostri principi e pian piano portare sulla riva quelle persone che stanno affogando in un mare di aspetti terreni, talmente ubriachi da esserne anche felici.

Martedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Martedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti.
E le hai rivelate ai piccoli.

TESTO:-

Martedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 10,21-34)
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Martedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Quando coloro che credono di poter risolvere tutti i problemi e rispondere a tutti i “perché” dell’uomo con la sola forza della ragione, facendo un atto di suprema intelligenza, piegano la mente di fronte alla Mente Suprema che è il Logos, il Verbo di Dio, essi penetrano in una dimensione spirituale in cui si partecipa della luce divina che arricchisce la stessa mente umana.
Non è possibile conoscere il Padre, andare al Padre, se non si passa per Gesù. Ora, fra le sue parole ce n’è una in cui si coglie il cuore del suo insegnamento e si ha in mano la chiave della salvezza, perché è su quella che saremo giudicati: “Qualunque cosa avete fatto al più piccolo l’avete fatta a me” (Mt 25,40).
Egli si nasconde sotto le spoglie di ogni nostro prossimo, che diviene così – come Gesù – via per andare al Padre, per conoscere il Padre. È così semplice da essere quasi incredibile: per arrivare a Dio, passare per l’uomo con tutte le implicazioni che la vita personale e sociale comporta.
È così semplice che Gesù ha voluto avvertirci. È una verità, egli ci dice, che solo i semplici afferrano, i piccoli.
E con ciò la strada è aperta veramente per tutti, anche per gli adulti, gli anziani, i sapienti, i furbi, se sanno farsi piccoli, accantonando per un momento tutta la loro scienza ed esperienza di vita, per mettersi all’ascolto del Signore, e vivere la sua parola.

Lunedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Lunedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente.
Gli disse: «Verrò e lo guarirò».

TESTO:-

Lunedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 8,5-11)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Parola del Signore.

Invito A Medoitare
Da meditare

RIFLESDSIONI

Lunedì Della I Settimana Di Avvento Anno A

Colui che sta per venire non deluderà la nostra attesa. La storia del centurione romano ci assicura in proposito. Colui che viene è un “salvatore”: questo significa il suo nome “Gesù”; questa è la ragione della sua venuta fra noi, della sua Incarnazione.
Il centurione non ha chiesto esplicitamente la guarigione del suo servo. Si è limitato ad un appello disperato e, insieme, confidente. Gesù non può restare insensibile. Subito gli comunica la sua decisione: “Io verrò e lo curerò”. Allora il centurione mostra un bel senso di rispetto, cosciente della sua indegnità: “Signore, io non son degno…”. Come avrebbe reagito all’annuncio del mistero eucaristico in cui il Salvatore viene in noi e non soltanto a casa nostra? L’atteggiamento di rispetto e di umiltà di questo pagano sono così belli che la Chiesa ci fa ripetere il grido del suo cuore nel momento della comunione.

Limite
Stella Limite

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Come furono i giorni di Noè

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

anno_liturgico I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Mt 24,37-44 Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Come furono i giorni di Noè.
Mangiavano e bevevano.
E non si accorsero di nulla.

TESTO:-

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 24,37-44)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Parola del Signore.

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A Mt 24,37-44 Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo

RIFLESSIONI

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Questo testo non fa parte di quelli che si scelgono deliberatamente per trovarvi un conforto e risollevarsi il morale. Eppure la Chiesa mette un tale ostacolo all’inizio dell’anno liturgico. Si tratta di abbandonare il trantran, le abitudini, le usanze, di convertirsi e ripartire da zero. Al di là della gioiosa novella del Vangelo che annuncia la venuta redentrice di Dio, si dimentica e si respinge facilmente l’eventualità del giudizio, anche se non la si contesta assolutamente “in teoria”. È il pericolo che corrono i discepoli di tutte le epoche. Se non si aspetta ogni giorno la sentenza di Dio, non si tarda a vivere come se non esistesse giudizio. Di fronte ad una tale minaccia, nessuno può prendere come scusa lo stile di vita “degli altri”: nessuno può trincerarsi dietro agli altri per sottrarsi al pericolo di essere dimenticato dal Signore. Salvezza e giudizio sono affini uno all’altro, ci scuotono nel bel mezzo della nostra vita: sia nel momento delle grandi catastrofi (la grande inondazione è qui evocata) sia nel corso del lavoro quotidiano nei campi o in casa. Uno è preso, trova scampo, è salvato; un altro è abbandonato. Ma non essere tratti d’impiccio non dipende chiaramente dal beneplacito degli altri. È l’uomo stesso che ha nelle sue mani la propria salvezza o la propria perdizione. Ecco perché, come spesso nel Vangelo, questo brano si conclude con un appello alla vigilanza.

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C Lc 21,34-36 State attenti a voi stessi

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

State attenti a voi stessi.
Che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni…

TESTO:-

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore.

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C Lc 21,34-36 State attenti a voi stessi,

RIFLESSIONI

Sabato Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Le parole di Gesù ci chiedono di essere pronti e vigilanti: l’ultimo giorno è vicino. Dunque bisogna prepararsi ad esso.
Questo avvertimento ci ricorda che esiste la Verità e che la nostra vita ha un senso profondo. Questa Verità è precisamente nostro Signore, che dà un fondamento alla nostra esistenza e che con la sua grazia illumina il nostro essere interiore. È a motivo di questo dono e del suo appello che è necessario che rimaniamo pronti e vigilanti.
Per questa ragione, il dovere della vigilanza è un imperativo primordiale in vista del mondo futuro. Ogni uomo ha il dovere di preoccuparsi della sua vita personale, in modo che la morte non lo colga in stato di peccato mortale. L’avvertimento, l’esortazione che costituisce questo brano di Vangelo si applica anche alla nostra situazione presente, all’importanza, al significato e al valore del tempo che viviamo.
Per comprendere nel modo giusto la fine del mondo, è necessario che non perdiamo di vista questo: il regno di Dio (il regno di Gesù) arriverà domani e la prossimità della sua venuta comporta un sovrappiù di tentazioni e un combattimento più grande; ma essa ci porta nello stesso tempo la speranza di avere parte alla risurrezione di Cristo. Nella nostra esistenza quaggiù, siamo simultaneamente portatori di segni di morte e di risurrezione. Per questo dobbiamo essere attenti alla parola di Gesù e impregnare di essa la nostra esistenza per non correre il rischio di essere condannati al momento del giudizio finale.

Sabato Della XXXIII Settimana del Tempo Ordinario Anno C Lc 21,34-36 State attenti a voi stessi

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Il cielo e la terra passeranno
Ma le mie parole non passeranno.

TESTO:-

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Venerdì Della XXXIV Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Due riflessioni di carattere apocalittico costituiscono questo testo: una parabola sui segni premonitori della fine dei tempi (Lc 21,29-31), e una sentenza enigmatica sulla venuta prossima del regno di Dio (Lc 21,-32-33).
Come il germogliare degli alberi in primavera, gli eventi evocati da Luca nel capitolo 21 del suo Vangelo sono segni premonitori della fine del mondo: guerre, persecuzioni dei credenti, terrore e morte (Lc 21,26-27).
Una lettura attenta e approfondita ci permette di scoprire il segno della fine iscritto nella natura stessa dell’uomo. La vita dell’essere umano è un movimento che, da una parte va verso una comprensione e una scoperta sempre più grande del mondo, dall’altra va verso la morte e la sua disparizione.
La morte e la risurrezione di Cristo ci fanno comprendere che la vita umana e terrena va silenziosamente verso la sua rovina ed è precisamente dopo la morte di Cristo che rifulge il messaggio di una vita nuova in Dio, che si manifesta in maniera luminosa a Pasqua e che ci dà la gioia di vivere. Il segno della croce di Cristo è il segno dell’amore di Dio per l’uomo e della salvezza che gli viene accordata. Tutta la vita dell’uomo è circondata da misteri divini fondamentali. E oggi, che il nostro mondo si rivela in cattivo stato, la fiamma della speranza in Gesù Cristo – che ci ha salvato morendo sulla croce – deve continuare a brillare nei nostri cuori.
L’amore di Dio è più forte della morte! Dio non ci dimenticherà al momento della nostra morte. Egli ci promette la felicità che non avrà mai fine.
In questo mondo tutto passa come i fiori di primavera. Così avviene anche dell’uomo. Questo ci procura afflizione, ma la risurrezione di Gesù ci dà una speranza nuova: quella della vita eterna in Dio.