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SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Non vi lascerò orfani, sarò sempre con voi
Là dal tabernacolo Gesù ci invita

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9, 11-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del Regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

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Così Dio amò il mondo, da darci il suo Figlio Unigenito. Queste mirabili parole le vediamo brillare sulla capanna dell’Infante di Betlemme ove Cristo nacque su di un giaciglio di foglie.Le vediamo impresse sulla povera casetta di Nazaret ove Gesù lavorò per amor nostro.Le vediamo là nel pretorio di Caifa, di Erode, di Pilato, ove l’innocente Gesù soffrì per amor nostro.Senza dubbio se Nostro Signore ci avesse amato soltanto fino alla croce, fino a dare la vita per noi, sarebbe già stata una prova di immenso amore, ma il Signore volle far più. Il Cuore di Gesù è Cuore divino, e Dio è eterno ed anche il suo amore non può morire: « Io sarò con voi sino alla consumazione dei secoli ».Ma in che modo, o Gesù, resterai con noi? Se tu stesso hai predetto la tua morte, la tua partenza da questa terra?Nella notte stessa nella quale uno dei suoi amici più intimi, un suo apostolo, Giuda, lo tradiva, nella notte in cui i suoi nemici aizzavano la plebe, radunavano falsi accusatori, armavano soldati per la sua cattura, mentre i Giudei gridavano : « Non deve regnare sopra di noi, è degno di morte… dobbiamo toglierlo dal mondo… », Gesù, là, nel Cenacolo, circondato dai suoi Apostoli dà una prova solenne di tutto il suo amore per gli uomini.« Non vi lascerò orfani, esclama, ma sarò sempre con voi ». Ancora una volta quel Cuore adorabile, pieno d’amore, si commuove, pensa alle anime che avranno bisogno di nutrimento spirituale; che avranno bisogno di Lui e della sua forza ed allora decide di darsi come cibo.Verso la metà della cena, prese il pane, alzò gli occhi al cielo, lo benedisse, lo spezzò e lo distribuì agli Apostoli dicendo: « Prendete e mangiate; questo è il mio Corpo ». Similmente fece del vino che distribuì dicendo: « Prendete e bevete, questo è il mio Sangue; ogni qualvolta farete questo, fatelo in mia memoria ».Ecco compiuta l’istituzione del Sacramento dell’amore, l’Eucarestia, il Sacramento che fa vivere in mezzo a noi Gesù, anche dopo la sua ascesa al cielo.I nemici uccisero Gesù, suscitarono persecuzioni di ogni genere, cercarono ogni mezzo per toglierlo di mezzo agli uomini, ma tutto fu inutile.Cristiani, quante volte là da quel tabernacolo Gesù ci invita al banchetto divino! accostiamoci a lui. Rallegriamoci di essere nel numero dei fedeli convitati che il Padrone ha introdotto nella sua casa. Là dimenticheremo le nostre tristezze ed ascolteremo dal Cuore di Cristo i suoi divini consigli, là riceveremo la forza, il vigore per vincere i nostri nemici e camminare più speditamente per la via della virtù.Gesù Eucaristico, sole splendente ed ardente d’amore, brilla nella nostra mente, nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nel mondo intero, e facci amare Iddio sopra ogni cosa e il prossimo come noi medesimi!

PRATICA. Accostiamoci sovente al banchetto divino. 

PREGHIERA. O Signore, che sotto questo mirabile Sacramento ci hai lasciato un ricordo della tua passione, deh, concedici di venerare così i sacri misteri del Corpo e del Sangue tuo, da sentire continuamente in noi il frutto della tua redenzione.

LA SANTISSIMA TRINITA’

LA SANTISSIMA TRINITA’

Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di Verità, Egli vi guiderà alla Verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà.

Domenica di Pentecoste anno c Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti

Domenica di Pentecoste anno c  Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti

Dal Vangelo secondo Giovanni (14,15-16.23-26)
Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti. Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio Nome, Egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto. Parola del Signore.
Sequenza
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

VI DOMENICA DI PASQUA ANNO C

VI DOMENICA DI PASQUA ANNO C

Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14.23-29) 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la Parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio Nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, Io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che Io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto

V DOMENICA DI PASQUA ANNO C

V DOMENICA DI PASQUA ANNO C

Vi do un Comandamento nuovo:
che vi amiate gli uni gli altri.

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13.31-35)

Quando Giuda fu uscito dal Cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’Uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in Lui. Se Dio è stato glorificato in Lui, anche Dio Lo glorificherà da parte sua e Lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un Comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come Io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Parola del Signore.

IV DOMENICA DI PASQUA ANNO C

IV DOMENICA DI PASQUA ANNO C
Le mie pecore ascoltano la mia voce
Dal Vangelo secondo Giovanni (10.27-30)

In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e Io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola»

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Poche parole racchiudono Verità da conoscere e approfondire con molto interesse. È l’interesse per la Parola di Dio a contraddistinguere i veri seguaci cristiani dai superficiali. L’interesse indica una particolare attrazione verso qualcosa o qualcuno.

In tutte le cose utili bisogna trovare un interesse particolare, inteso come coinvolgimento e attrattiva, per il valore della persona o di un oggetto. Il distacco manifestato da molti cristiani da Gesù e dal Vangelo, manifesta la mancanza di interesse.

Ciò che si ama veramente si segue con molta attenzione, si conosce profondamente, si obbedisce a colui che ha autorità.

Gesù oggi inizia con queste parole: “Le mie pecore ascolta­no la mia voce”. L’ascolto è il primo atteggiamento che si deve manifestare quando bisogna stabilire un dialogo, perché non si deve solo parlare o chiedere, davanti a Dio è più vantaggioso ascoltare.

Quando si ascolta qualcuno significa dirgli: tu sei importante, meriti tutta la mia attenzione. Questa considerazione però ci lascia amareggiati considerando il poco ascolto che l’umanità presta a Dio. Anche tra i cristiani non va meglio.

Questo dato indica che oggi Dio interessa poco, o forse interessa solo quando c’è un bisogno e ci si ricorda della sua esistenza.

Così agiscono molti cristiani e si scoraggiano quando cercano di pregare ma con difficoltà e non riescono ad entrare nella preghiera. Per pregare bene è indispensabile stabilire un contatto spirituale, ma se non si riesce ad aprire il cuore, non c’è gioia e tutto diventa pesante.

In questa società crudele e divoratrice dei valori umani, esiste in minima parte l’ascolto di Dio, mentre è pressoché assente un servizio importante e di estrema delicatezza che è l’ascolto degli altri. Neanche tra familiari c’è la capacità di ascoltare l’altro, e molti arrivano ad ascoltare solo dopo molti fallimenti o iniziative sbagliate.

Lo stesso avviene con Gesù: Lui parla da duemila anni ma l’uomo prima di ascoltarlo deve compiere molti errori e sbattere la testa!

L’aspetto incredibile è che Gesù ci dona quanto è indispensabile per la nostra realizzazione, per vivere sempre nella gioia e nella pace interiore, nonostante le dure prove della vita. Tutto possiamo superare insieme a Lui, mentre l’uomo da solo può raggiungere gratificazioni umane che non danno la vera felicità.

Dovremmo restare ad ascoltare Gesù ogni giorno con grande premura, invece si corre, corre, corre, e per Lui non c’è mai tempo per ascoltarlo e ringraziarlo. Niente e nessuno potrà mai darci quanto ci dona Gesù in un istante!

Per arrivare ad ascoltare Gesù dobbiamo chiederci se Lui merita di essere ascoltato. Approfondiamo questo importante aspetto. Non solamente il Vangelo ma la storia di duemila anni di Cristianesimo ci dicono che il Signore ha compiuto cose grandi e che Lui è in modo assoluto Dio.

Un Dio Amore che può tutto, interessato ad ognuno di noi come mai nessuno ha fatto e ha sempre il desiderio di aiutarci e renderci felici.

Non aggiungo tantissime Verità che conosciamo dal Vangelo, e tutto ci dice che Gesù è veramente l’unico a meritare il nostro ascolto insieme all’obbedienza. Gli uomini dobbiamo ascoltarli, almeno nelle cose giuste e moralmente sane, ma a Gesù dobbiamo obbedienza e per non sbagliare è opportuno conoscere i Comandamenti. http://www.gesuemaria.it/files/I__DIECI__COMANDAMENTI.pdf

Quando preghiamo, noi ascoltiamo Dio, molto spesso però la sua voce non la percepiamo per il poco interesse che prestiamo alla preghiera stessa. Pregare è parlare con Gesù e la Madonna, le Loro risposte forse non arrivano subito, ma se Li ascoltiamo operando bene e praticando le virtù, sarà facile ottenere quanto desideriamo.

Gesù ha dato la sua Vita per ognuno di noi, non dimentichiamo di mettere la nostra vita nella sua volontà e nel suo Cuore!

IO SONO IL PANE DELLA VITA CHI VIENE A ME NON AVRÀ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRÀ SETE!

IO SONO IL PANE DELLA VITA CHI VIENE A ME NON AVRÀ FAME E CHI CREDE IN ME NON AVRÀ SETE!

QUESTA È LA VOLONTÀ DEL PADRE: CHE CHIUNQUE VEDE IL FIGLIO E CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,35-40)

In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il Pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, Io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal Cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che Io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore.

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Queste parole Gesù le insegnava nella sinagoga di Cafarnao, un discorso che era iniziato sulla riva, quando Lo cercavano dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Molti che correvano dietro non vedevano Gesù come il Messia atteso o un grande Profeta, ad essi interessava più di tutto mangiare buon pane e pesce in quantità.

“In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell’Uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo” (Gv 6,26-27).

Questa è la risposta che dà Gesù a quanti correvano da una riva all’altra per avvicinarlo e mangiare, purtroppo era un cibo materiale quello che cercavano e la loro fame della vita aumentava.

Questo ci dice che si può correre dietro Gesù senza cercare Lui e la sua volontà, ma per averne vantaggi personali, come promozioni, una carriera veloce, il potere, buone somme di denaro e altro, come purtroppo accade anche ai nostri giorni. Non si deve fare altro che fingere di cercare Gesù, nel senso di pronunciare il suo Nome e affermare di agire nel suo Nome.

III DOMENICA DI PASQUA ANNO C

LA PESCA MIRACOLOSA

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 21.1-19)

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, Tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, Tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, Tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore.

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In questa terza apparizione agli Apostoli troviamo molti insegnamenti che arrivano non solo dalle parole di Gesù ma anche dai suoi gesti. Questa apparizione è ancora più emozionante ed intensa delle due precedenti: avviene mentre stavano pescando ed erano intenti a lavorare.

Mi colpisce enormemente la bontà di Gesù, in questa circostanza mostra una dolcezza e una pazienza a tutti noi impenetrabili. È Dio già per questi atteggiamenti, nessun uomo avrebbe reagito allo stesso modo dopo l’abbandono degli amici più fidati e il rinnegamento di colui che era stato designato Capo di tutti gli altri.

Gesù ha pienamente perdonato il comportamento dei suoi anche se qualcosa la chiarisce con Pietro, un chiarimento che richiede le tre professioni di Fede dell’Apostolo e la comprensione che non c’è un solo momento in cui si deve rinnegare Dio, scegliendo altro.

Questa apparizione ha dei contorni che impressionano e che danno la certezza che Gesù è Risorto ed è Dio. Gli Apostoli erano impegnati inutilmente nella pesca e qui si nota l’assenza del Signore, essi contavano sulla propria esperienza e non si ricordarono di pregare e di chiedere aiuto a Dio.

Trascorrevano le ore senza pescare un solo pesciolino, quando apparve Gesù e disse cosa fare, “gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”, la pesca fu abbondantissima come mai era avvenuto prima.

Qui si nota che Gesù ci è sempre vicino anche se non si vede e che insieme a Lui si compiono grandi opere.

Gesù disse a Nicodemo: dovete nascere dall’alto

NESSUNO È MAI SALITO AL CIELO, SE NON COLUI CHE È DISCESO DAL CIELO, IL FIGLIO DELL’UOMO

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI Gv 3,7-15

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodemo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità Io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del Cielo? Nessuno è mai salito al Cielo, se non Colui che è disceso dal Cielo, il Figlio dell’Uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’Uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna». Parola del Signore.

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Oggi il Vangelo ci presenta una figura interessante, Nicodemo è un ebreo pronto ad accettare la nuova predicazione di Gesù e questo atteggiamento indica la sua ricerca della Verità, la purezza interiore, anche se il Signore lo accoglie con molta prudenza e gli parla con discreta severità.

Il linguaggio utilizzato da Gesù non è effettivamente comprensibile, questo è l’atteggiamento di chi vuole indurre un altro ad una riflessione profonda e autentica. Nicodemo che va a trovare Gesù non immagina di dover ascoltare parole enigmatiche, impenetrabili, davvero  incomprensibili.

“Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”.

Gesù cerca di scuoterlo perché nonostante la bontà e la sincera ricerca di Nicodemo, c’è sempre in lui la vecchia mentalità.

Non si comprende il linguaggio di Gesù quando si rimane bloccati sulle proprie opinioni, frutto tra l’altro, di nozioni ed immagini misteriosi. La conoscenza del messaggio del Signore necessita di una apertura umile del cuore ai suoi insegnamenti, la disponibilità ad eliminare quei comportamenti sbagliati che poi fanno star male quanti li commettono.

Gesù svela i suoi segreti a quelli che hanno una Fede sincera, che desiderano cambiare vita perché hanno scoperto che solo Lui è importante. Il resto è secondario, non possiede il sacro, e solo la Grazia di Dio ci permette di ottenere miracoli, di rinascere nello Spirito Santo.

“Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del Cielo?”.

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA (ANNO C)

 Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,19-31

La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’Io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo Nome.
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Partecipando al sacrificio della Messa, noi ascoltiamo ogni volta le parole di Cristo che si rivolge agli apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. Inoltre, imploriamo il Signore di concederci “unità e pace secondo la sua volontà” e di donare “la pace ai nostri giorni”. 
Ogni volta che apparve agli apostoli Cristo, dopo aver vinto la morte, augurò la pace, sapendo quanto tutti loro la desiderassero. Nel conferire agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha portato la pace nell’anima inquieta dell’uomo. L’anima creata da Dio ha nostalgia di Dio. La pace con Dio è il fondamento della pace tra gli uomini. Liberato dalla schiavitù del peccato, l’uomo è in pace, ha l’anima in festa, in pace. La pace regna sui cuori puri. È partendo dalla pace interiore, quella del cuore, appoggiandosi ad essa, che si può stabilire la pace esteriore: in famiglia, fra vicini, tra i popoli.