Venerdì XXV settimana del Tempo Ordinario Anno A

Venerdì della XXV settimana del Tempo Ordinario Anno A
Santi Arcangeli Michele, Gabriele E Raffaele
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,47-51)
vedrete il cielo aperto
e gli angeli di Dio salire e scendere.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 1,47-51)

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Gli Angeli sono esseri misteriosi, e in forma misteriosa ne parla il profeta Daniele nella celebre profezia sul Figlio dell’uomo che la liturgia ci fa leggere oggi:
“Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui; mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano”. Daniele non nomina gli Angeli: parla di fuoco, di migliaia, di miriadi di miriadi… Sono veramente esseri misteriosi. Noi li rappresentiamo come uomini dal viso soave e dolce, nella Scrittura invece appaiono come esseri terribili, che incutono timore, perché sono la manifestazione della potenza e della santità di Dio, che ci aiutano ad adorare degnamente: “A te voglio cantare davanti ai tuoi angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo”. Come preghiamo nel prefazio di oggi: “Signore, Padre santo, negli spiriti beati tu ci riveli quanto sei grande e amabile al di sopra di ogni creatura”. Nella visione di Daniele non sono gli Angeli gli esseri più importanti: vediamo più avanti “uno, simile ad un figlio d’uomo” ed è lui, non gli Angeli, ad essere introdotto fino al trono di Dio, è a lui che egli “diede potere, gloria e regno”, è a lui che “tutti i popoli serviranno”. La stessa cosa vediamo nel Vangelo: gli Angeli sono al servizio del Figlio dell’uomo. “Vedrete i cieli aperti e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo” dirà Gesù, facendo allusione sia a questa visione di Daniele sia alla visione di Giacobbe, che nel sonno vede gli Angeli salire e scendere sul luogo dove è coricato e che dà il senso della presenza di Dio in tutti i luoghi della terra.
Gli Angeli di Dio sono dunque al servizio del Figlio dell’uomo, cioè di Gesù di Nazaret; la nostra adorazione non è rivolta agli Angeli, ma a Dio e al Figlio di Dio. Gli Angeli sono servitori di Dio che egli, nella sua immensa bontà, mette al nostro servizio e che ci aiutano ad avere un senso più profondo della sua santità e maestà e contemporaneamente un senso di grande fiducia, perché questi esseri terribili sono al nostro servizio, sono nostri amici.
Domandiamo al Signore che ci faccia comprendere davvero la sua santità e maestà infinite, perché ci prostriamo con sempre maggiore reverenza alla sua presenza, davanti ai suoi Angeli.

Giovedì XXV settimana del Tempo Ordinario Anno A

Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario Anno A
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 9,7-9)
il tetràrca Erode diceva: chi è dunque costui?

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 9,7-9)

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

E cercava di vederlo
Erode sente parlare di Gesù. I suoi miracoli lo incuriosiscono. Cerca di vedere Gesù. Il suo però non è desiderio di salvezza. Neanche è ricerca di verità e di giustizia, sapendo che Gesù è un profeta. Vuole solo vedere qualche segno operato da Gesù. Il Padre celeste oggi non permette che Gesù ed Erode si incontrino, anche perché sappiamo dagli stessi Evangelisti che le intenzioni del Re non erano neanche tanto oneste. Lui infatti lo cercava per ucciderlo. Non voleva che un altro profeta gli creasse fastidi all’interno del suo regno e della sua famiglia. Gesù non è dalle mani di Erode, ma sempre nelle mani del Padre e lo dice con infinita fermezza. Lui morirà a Gerusalemme. Questo è scritto per Lui e questo dovrà compiersi.
In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (Lc 13,31-35).
Il desiderio di Erode viene esaudito il giorno della condanna a morte di Gesù. Erode avrebbe potuto impedire che Gesù morisse. Non lo fece. La sua curiosità non si è realizzata e lui lo rimandò a Pilato. I miracoli per Gesù sono segni di salvezza, non opere mirabili, di prestigio per soddisfare il cuore impenitente del re e neanche per salvare la sua vita. Di certo sarebbe stato sufficiente un solo prodigio ed Erode mai avrebbe rimandato Gesù nuovamente a Pilato. Ora però lui ha visto e la visione di Cristo lo condannerà per l’eternità. Ha visto, ma non ha creduto.
Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia (Lc 23,1-12).
Dio sempre offre la grazia della salvezza ad ogni uomo. Le sue vie sono misteriose. Esse sono pensate dalla sua sapienza eterna. Nessun uomo dal Signore viene abbandonato. Tutti cercati. Da tutti Cristo è mandato. Ognuno si perde per sua colpa.
Ogni incontro con una persona di Dio è dono di salvezza da parte del Padre. Lui ti ha cercato, ti ha accolto nella sua casa, non lo hai riconosciuto, lo hai insultato, schernito e oltraggiato. Sei responsabile del tuo rifiuto. Avresti dovuto riconoscerlo, convertirti, umiliarti dinanzi a Lui, chiedere umilmente perdono, affermare la sua innocenza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci desiderare Cristo Gesù.