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Lunedì Della XXVI Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,46-50)
Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». Parola del Signore.

RRIFLESSIOONI

Chi di loro fosse più grande.
La grandezza o è in tutto simile a quella di Dio o è falsa grandezza.

Quella di Dio è una grandezza di purissimo amore. In Cristo questa grandezza si fa annullamento di sé fino a lasciarsi consumare sul legno della Croce come vero olocausto d’amore. È questa grandezza che San Paolo insegna sia ai Corinzi che ai Filippesi. Altre non esistono.
Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta
(1Cor 12m11-13,7).
Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre (Fil 1,1-11).
Chi vuole essere vero discepolo di Gesù deve essere il primo nella carità. Gesù è saggio, divinamente saggio. Papa può essere uno solo nella Chiesa. Uno è anche il Vescovo in una Diocesi e uno il Parroco in una Parrocchia. Tutti invece possono avere il primo posto nella carità nella Chiesa universale, nella Diocesi, nella Parrocchia. Anzi tutti sono chiamati a manifestare la stessa grandezza di Dio e di Cristo Signore. Tutti sono invitati a prendere il loro posto nella storia. Ministri possono essere solo alcuni. Crocifissi per amore invece possono esserlo tutti. Questa è la bellezza della fede cristiana. Se tutti ambissero la Croce di Cristo, il suo olocausto l’amore di Gesù riempirebbe l’universo. Il nostro primo posto è la Croce. Questo è il posto di Dio.
Nel regno dei cieli si diviene grandi, facendosi piccoli. Ma cosa vuol dire esattamente farsi piccoli? Significa dipendere sempre dalla grazia e dalla verità del Padre. Diviene piccolo chi si spoglia della sua volontà, dei suoi desideri, di ogni sua ambizione, superbia, ricerca di posti da occupare, di troni sui quali innalzarsi, e prende la croce della più pura obbedienza ad ogni desiderio del Padre celeste. Piccolo è colui che ogni giorno è fatto dal suo Dio, perché si pone interamente nelle sue mani. È una piccolezza sempre nuova, sempre aggiornata, mai di ieri. Per questa piccolezza Dio può ogni giorno manifestare tutta la sua grandezza nell’amore. Più il discepolo di Gesù si fa piccolo e più diviene grande. Dio manifesta attraverso di Lui le profondità della carità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci piccoli per Gesù.