Gv 6,37-40   Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me

Mercoledì Della XXXI Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Mercoledì Della XXXI Settimana del Tempo Ordinario Anno C

Questa è la volontà del Padre mio:
Chiunque crede in me abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

(1°) TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore.

(2°) TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 25,31-46)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore.

 (3°) TESTO:-
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,1-12)

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Dopo aver celebrato l’apoteosi dei santi, la liturgia ci richiama alla commemorazione dei defunti, quasi a ricordarci il nostro destino e a incoraggiarci verso la via del Paradiso aperta solo alla Santità alla quale, peraltro, tutti dobbiamo tendere. Pregare oggi per coloro che ci hanno preceduti è anche agevolarli verso quella via di perfezione che li attende, ben consapevoli, come ci dice il Signore nell’odierno Vangelo, che “chi viene a me non lo caccerò fuori”. Il Figlio è venuto per fare la volontà del Padre e “la volontà di colui che mi ha mandato è che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma che lo resusciti nell’ultimo giorno”.

Siamo chiamati alla vita e alla vita eterna, questo è il dono di quanti incontrano il Cristo e gli credono. Questo è il volere del Padre, che “chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna, e lo resusciti io nell’ultimo giorno”. Al di là della forza di quell’io che resuscita, sul quale si ancora la fede, c’è quell’espressione di vedere il Figlio che nel Vangelo si articola e si declina in vario modo, a dimostrazione che il Salvatore può essere sempre visto e incontrato, come sappiamo, nei poveri, nei malati, nei carcerati, ecc., comunque in chiunque versi in uno stato di bisogno. In altre parole, chiunque debba essere accolto, proprio come Gesù ci accoglierà nell’ultimo giorno: “Chi viene a me non lo caccerò fuori”.

Paolo ha capito questo mistero, ispirato dallo Spirito Santo, come nessun altro. Questo annuncio è “speranza che non delude”. Ha mostrato un amore senza misura per noi facendo quanto nessuno osava pensare: “è morto per gli empi”. Quale uomo sarebbe disposto a fare un’azione simile? Forse “solo per un uomo buono si oserebbe anche affrontare la morte”, ma chi darebbe la vita per gli iniqui? Eppure questo è quello che ha fatto il Cristo. In questo ha mostrato tutto il suo amore. Incommensurabile in quanto, “ora che siamo stati riconciliati nel suo sangue, saremo salvi dall’ira divina per suo merito”. Grazie a questa riconciliazione, “saremo salvi nella sua vita”.

Tutto questo lo aveva già intravisto mirabilmente Giobbe, con parole che sarebbero rimaste come “scolpite per sempre sulla roccia”. La bontà di Dio sarebbe stata mostrata al mondo intero per portare il messaggio di resurrezione e di salvezza dalla morte. Già in modo profetico poteva dire: “vedrò Dio. Lo vedrò io, proprio io”. La resurrezione mi riguarda è per me. Anche “dopo che si sarà straziata la mia pelle”, potrò stare al cospetto di Dio e “lo mireranno i miei occhi”.

Pure il salmo inneggia a questa vita paradisiaca che ci attende, purché lo vogliamo. È solo grazie a Dio che “nulla mi potrà mancare”. In lui troverà ristoro la mia anima e poi anche il mio corpo: “In verdi pascoli mi fa riposare, sopra acque tranquille mi guida”. Le sue vie sono vie di giustizia, perché questa è la sua essenza e la sua natura e sempre saremo con lui. Per questo, seppure “dovessi andare in valle tenebrosa non temerei alcun male”. La grazia e la bontà del Signore ci assistono e la sua casa sarà la nostra dimora “per la distesa dei giorni”.

Mercoledì Della XXXI Settimana del Tempo Ordinario Anno Cultima modifica: 2016-11-04T14:27:06+01:00da angela1845
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