Giovedì della IV settimana di Avvento Anno A

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Giovedì della IV settimana di Avvento Anno A

«L’anima mia magnifica il Signore»
Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore.
Perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,46-55)
In quel tempo, Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

La vita di Maria è esplosa nel canto del Magnificat.
Lasciamoci guidare da Maria verso Gesù: l’irruzione dell’Eterno nel nostro mondo. Maria ci comunica il segreto della sua gioia. Maria ha approfondito nel silenzio e nella preghiera tutte le profezie e il canto di Anna. Se noi stiamo in ascolto, Maria ci affiderà, in una segreta comunicazione di cuori, il frutto della sua meditazione. La nostra gioia allora esulterà.
I due Magnificat che la Chiesa ci fa ascoltare oggi sono un invito rivolto a ciascuno di noi perché ne pronunciamo un terzo: il nostro. Un cantico personalizzato nella meditazione della Scrittura e nell’esperienza quotidiana facendo tesoro dell’insegnamento di Maria.

Mercoledì Della IV Settimana Di Avvento Anno A

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Mercoledì Della IV Settimana Di Avvento Anno A

Beata colei che ha creduto.
Benedetta tu fra le donne.
E benedetto il frutto del tuo grembo!

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,39-45)
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?
Le vie di Dio sono per noi mistero indicibile, impensabile, inimmaginabile. Esse non sono da volontà, desideri, pensieri, gesti, consuetudini, usi, forme e modalità che hanno la loro origine nella nostra immanenza. Esse non sono dalla terra, anche se la terra vi partecipa, ma solo nella sua strumentalità umana. Il Signore lo aveva promesso: Giovanni sarebbe stato ricolmo di Spirito Santo fin dal grembo di sua Madre.
Non aveva rivelato però le modalità storiche. Queste nessuno le conosceva. Nell’Antica Scrittura sempre lo Spirito Santo era dato direttamente da Dio. Anche con i settanta anziani, al tempo di Mosè, è Dio che prende lo Spirito di Mosè e lo posa su quanti erano stati prescelti. Ora avviene qualcosa di inimmaginabile, inaudito fino al presente: la Vergine Maria è la prima “Portatrice” e “Datrice”, la prima “Mediatrice” umana dello Spirito Santo. Con Lei è iniziata la Nuova Alleanza. In essa l’uomo è costituito “Datore” dello Spirito Santo, per sacramento e per santità. È grande il mistero che oggi si inaugura attraverso la Vergine Maria.
La Vergine Maria è piena di Spirito Santo, colma di Lui. Da Lei Egli si travasa con ogni abbondanza, raggiunge Elisabetta, la costituisce profeta del Dio vivente, ma prima ancora santifica il bambino che lei porta nel grembo e lo ricolma di sé, secondo la parola proferita dall’Angelo a Zaccaria quando era nel tempio. È questo il ministero di ogni discepolo di Gesù: essere un portatore vero dello Spirito Santo. È portatore vero se è colmo di Lui, se è pieno di Lui. Lo deve portare alla stessa maniera della vergine Maria. Non come un fiumiciattolo che durante la stagione estiva si secca. Ma come un fiume in piena che straripa lungo il suo percorso e invade la terra circostante.
Quando lo Spirito Santo inonda i cuori, questi vengono da Lui illuminati dalla nostra verità. Elisabetta è illuminata dallo Spirito del Signore sulla verità di Maria. Ella è la Madre del Signore, è la benedetta fra le donne, cioè la Madre del Messia di Dio. Ella è tutto questo perché ha creduto in ciò che il Signore le ha detto. La beatitudine della Vergine Maria nasce dalla sua grande fede. Dio le ha parlato. Lei ha creduto in ogni sua Parola. Si è resa disponibile. È beata e benedetta nei secoli eterni. Oggi il mondo non conosce il nostro mistero. Non conosce il mistero della Chiesa, del Sacerdozio, del Cristiano, non conosce neanche il mistero dell’essere uno uomo e l’altra donna. È questo un segno che noi non siamo più portatori dello Spirito Santo. Il mondo ci vede nella falsità perché non possediamo la verità dello Spirito del Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, fa’ di noi dei veri portatori dello Spirito Santo. Angeli e Santi di Dio, rendeteci grandi fiumi di verità e di grazia.

Martedì Della IV Settimana Di Avvento Anno A

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Martedì Della IV Settimana Di Avvento Anno A

Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco la serva del Signore.
Avvenga per me secondo la tua parola.

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,26-38)
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

Hai trovato grazia presso Dio.
Quando un uomo trova grazia presso Dio? Quando Dio trova in lui se stesso, il suo bene, il suo amore, la sua verità, la sua giustizia, la sua santità. Dio vede se stesso nell’uomo e vedendosi si ama, amando la persona che lo riflette come uno specchio.
Nella Vergine Maria Dio non trova qualcosa di se stesso, vi trova tutto se stesso nella potenza della grazia, verità, santità, giustizia, pace, comunione. Tutto Dio è tutto in lei. Lei è vero tempio, è il tempio vivente del suo Signore. Il Dio che vive in Lei, che è tutto in Lei, chiede ora una grazia a Colei che Lui ha ricolmato di ogni grazia. Chiede la grazia di essere la Madre del Figlio suo, del suo Figlio eterno. Potrà la Vergine Maria dire di no a Colui del quale è già tempio. Se vuole il suo corpo, il suo corpo è suo. Lei è solo la sua serva fedele. Come Dio già tutto ha occupato della sua anima e del suo spirito, così ora tutto può occupare del suo corpo. Gli è dato tutto per l’eternità.
La Vergine Maria è stata pensata dall’eternità da Dio per essere tutta e interamente sua nell’anima, nello spirito, nel corpo. Dio ha preso tutto di Lei cuore e mente, desideri e aspirazioni. Solo la volontà le ha lasciato tutta nelle sue mani, perché fosse Lei a donarsi al suo Dio. Maria ha trovato grazia presso Dio. Ma anche Maria vede tutta se stessa in Dio. Anche Dio trova grazia ai suoi occhi. È in questo essere l’uno nell’altra e l’altra nell’uno, in questo purissimo scambio di vita che Maria si fa dono a Dio per sempre. Lei è da Dio, Lei è in Dio. Ora sceglie di essere per Lui. Si fa la sua serva.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri servi del Signore.

Lunedì Della IV Settimana Di Avvento Anno A

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Lunedì Della IV Settimana Di Avvento Anno A

Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita.
Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio.
E tu lo chiamerai Giovanni

TESTO:-
Lunedì Della IV Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 1,5-25)

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

Lunedì Della IV Settimana Di Avvento Anno A

Sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre.
La storia della salvezza è opera che Dio compie attraverso l’uomo, nell’uomo, per l’uomo. Senza l’uomo nulla può compiere per l’uomo. L’uomo è lo strumento, in Cristo diviene il sacramento, della salvezza, della redenzione, della vera giustificazione. Ma gli uomini non sono tutti uguali. C’è l’uomo che crede all’istante come Noè e Abramo. C’è invece l’uomo che deve essere quasi obbligato, come Mosè. Ci sono gli uomini che hanno bisogno di segni. Ci sono altri uomini che Dio si prepara prima di essere formati nel seno materno. Il primo di cui si rivela questa preparazione è Geremia.
«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca. Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare» (Ger 1,5-10).
Viene il Messia sulla nostra terra. Urge che gli vengano preparati i cuori. Dio scende sulla nostra terra, sceglie una famiglia senza vita e in essa e per essa si crea l’uomo che dovrà andare avanti annunziando la presenza del Salvatore e invitando tutti alla conversione così che lo si possa accogliere degnamente. Sarà un uomo speciale, perché lo Spirito Santo lo colmerà fin dal grembo della madre. Neanche un attimo dovrà essere senza la mozione e la conduzione dello Spirito del Signore. Lui dovrà essere tutto di Dio. Mai dovrà appartenere a se stesso. Lui dovrà essere corpo attraverso il quale parla, opera, agisce lo Spirito Santo.
Per Zaccaria quanto l’Angelo gli sta rivelando è troppo grande per essere creduto. Dubita e per questo rimarrà muto fino al giorno del compimento di ogni parola ascoltata. Il mutismo di Zaccaria è di grande significato nella storia della salvezza. Esso rivela che senza fede non si possono cantare le opere stupende del Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci cantori delle opere di Dio.

IV DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

IV DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Giuseppe prendi con te Maria tua sposa.
Ella darà alla luce un figlio.
E tu lo chiamerai Gesù

TESTO:-
IV DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo
: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

IV DOMENICA DI AVVENTO ANNO A
Il Vangelo secondo san Matteo comincia con la “genealogia di Gesù Cristo” (Mt 1,1-17).
L’evangelista sottolinea così che la storia che Dio ha cominciato con Abramo ha ora raggiunto il suo obiettivo in Gesù Cristo. L’obiettivo non è la fine della storia, poiché essa continua, ma in modo nuovo. Ci mostra fino a che punto questa storia sia nuova il brano del vangelo di oggi che parla della “nascita di Gesù Cristo”. San Matteo usa qui questa parola, che può significare tutto: genesi, origine, fonte, esistenza, divenire. Il rinnovamento completo si prepara già al versetto 16, in cui si dice: “Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù”. È dunque chiaro che san Matteo vuol dire che Giuseppe non era che il padre adottivo di Gesù.
Ma chi è il vero padre di Gesù? È una domanda che si pone anche Giuseppe nel nostro testo di oggi. E la risposta è assolutamente chiara: è “per opera dello Spirito Santo” che Maria aspetta un bambino. Ma il testo esprime senza dubbio ancora qualcosa di più. Non è perché è stato generato in questo modo straordinario che Gesù è l’obiettivo della storia di Israele e il fondamento di una nuova comunità; si tratta piuttosto di capire che in Gesù Dio si è unito con noi uomini, come rimedio estremo e per sempre. E ciò per liberarci dalla fatalità della colpa del peccato. Ecco perché il figlio di Maria deve portare il nome di Gesù, cioè: “Il Signore salva”, ed ecco perché noi possiamo anche chiamare Gesù Emanuele, che si traduce “Dio è con noi”. È il messaggio con il quale Matteo inizia il suo Vangelo.

Sabato della III settimana di Avvento Anno A

AVVENTOSabato della III settimana di Avvento Anno A

Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

Gesù Cristo è il centro dell’universo.
Il Padre lo ho promesso, i patriarchi e i profeti l’hanno atteso.
Il popolo cristiano lo ha conosciuto
e attende la Sua ultima venuta nella Gloria.

TESTO:-
Sabato della III settimana di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 1,1-17)
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

Sabato della III settimana di Avvento Anno A
Dal 17 al 23 dicembre, vengono cantate nei Vespri alcune antifone particolari. Cominciano tutte con l’esclamazione di ammirazione: “O” (da qui il loro nome popolare di “grandi antifone O”). Si tratta di invocazioni ardenti rivolte dalla Chiesa al suo Salvatore.
Dom Geranger diceva che queste antifone contengono tutto il midollo della liturgia dell’Avvento. Queste grandi antifone cantano di volta in volta i diversi aspetti messianici del Salvatore Gesù.
Prepariamoci ad accogliere il Messia come Sapienza dell’Altissimo. Lasciamo che ci guidi sulla via della saggezza.

Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo
Gesù nella linea diretta di Abramo e in quella di Davide è l’ultimo figlio. Con Cristo finisce la genealogia di Abramo e quella di Davide.
In Lui il Padre ha assolto ogni debito verso Abramo e verso Davide. Nulla deve più ad alcuno. Non ha altre promesse da adempiere, non ha altri patti sottoscritti e giurati con il rito dell’alleanza da realizzare. Cristo è la sua benedizione per tutte le genti. Gesù è il discendente di Davide dal regno eterno. Nell’Unto di Dio è la benedizione per tutti i popoli. San Paolo rivela questa verità ai Corinzi, affermando che in Gesù ogni Parola del Padre è stata attualizzata, è divenuta sì. Cristo Signore è la perfetta fedeltà del Padre a se stesso.
Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori (2Cor 1,19-22).
Lo Stesso San Paolo nella Lettera ai Galati annunzia che è Cristo e solo Lui la discendenza di Abramo. Aggiunge che solo chi è in Cristo diviene sua discendenza, avvolto dalla benedizione e portatore nel mondo della benedizione del Padre celeste.
Fratelli, ecco, vi parlo da uomo: un testamento legittimo, pur essendo solo un atto umano, nessuno lo dichiara nullo o vi aggiunge qualche cosa. Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furono fatte le promesse. Non dice la Scrittura: «E ai discendenti», come se si trattasse di molti, ma: E alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso, non può dichiararlo nullo una Legge che è venuta quattrocentotrenta anni dopo, annullando così la promessa. Se infatti l’eredità si ottenesse in base alla Legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio invece ha fatto grazia ad Abramo mediante la promessa.
Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa (Cfr. Gal 3,15-29).
Con la venuta di Cristo Gesù, finisce Abramo, finisce Davide, finisce l’Antica Alleanza, finiscono le promesse di Dio, finiscono le antiche profezie. In Cristo tutto si compie, si realizza. Giuseppe è l’ultimo anello dell’Antico Testamento. Si noti bene. Gesù non è dalla carne di Giuseppe, ma solo dalla carne di Maria. Le modalità di Dio sono infinitamente oltre le sue stesse promesse. Giuseppe è solo Padre di adozione, legale.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la vera fede in Gesù.

Venerdì della III settimana di Avvento Anno A

AVVENTO

Venerdì della III settimana di Avvento Anno A

Io ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni.
Le opere che il Padre mi ha dato da compiere.

TESTO:-
Venerdì della III settimana di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 5,33-36)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato». Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

Venerdì della III settimana di Avvento Anno A
Nel vangelo di oggi incontriamo ancora una volta il personaggio Giovanni Battista, e la distinzione che Gesù stabilisce tra loro due.
Anche qui, è incontestabile che Gesù esprime la grandezza e il carattere unico di quest’uomo e della sua testimonianza – certo “solamente” quella di un uomo, ma per amore di Dio e soprattutto degli uomini. Poiché questa testimonianza dovrebbe aiutarli a riconoscere il “vero” (Salvatore), o la verità che appare in Gesù e nelle sue opere.
Ecco perché si propone qui il paragone tra Giovanni e una lampada.
Poiché Giovanni è incaricato di illuminare i suoi contemporanei – ma egli è “come” una lampada, cioè lui non è la luce del mondo. Egli affascina innanzi tutto gli uomini, arriva ad attirare il loro sguardo su di sé… ma l’entusiasmo che suscita non dura a lungo. Egli si consuma come un breve fuoco di paglia.
La sua vera e duratura importanza – quella che Gesù gli accorda a dispetto di tutte le distinzioni che fa tra sé e lui – non è riconosciuta dagli uomini.

Giovedì della III settimana di Avvento

AVVENTO

Giovedì della III settimana di Avvento

Giovanni è il messaggero che prepara la via al Signore.
Che cosa siete andati a vedere nel deserto?
Allora, che cosa siete andati a vedere?

TESTO:-
Giovedì della III settimana di Avvento
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,24-30)
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via”.
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.

Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro». Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

Giovedì della III settimana di Avvento
Chi è, chi era Giovanni Battista per Gesù, e per i suoi contemporanei? Che cosa, chi sono andati a cercare nel deserto?
Gesù cerca di delineare il personaggio di Giovanni Battista, cioè di mettere la gente in grado di rispondere a questa domanda. Egli li interroga in tre riprese: Che cosa si aspettavano andandolo a vedere? Una canna agitata dal vento?… No, questo non avrebbe interessato nessuno. Ciò che si aspettavano da Giovanni non era un uomo che li adulasse, ma che, al contrario, li chiamasse alla conversione, nel suo modo radicale e insistente. Essi non potevano neppure aspettare un uomo avvolto in morbide vesti – se no, avrebbero dovuto cercare altrove. Quindi essi erano alla ricerca di un uomo di Dio, di un profeta. E Gesù lo conferma loro: è proprio un profeta che hanno trovato. Non importa quale, ma semplicemente il profeta: l’ultimo, incaricato di preparargli il cammino. Quanto Gesù insiste sulla grandezza umana di Giovanni, tanto insiste nel sottolineare la differenza tra lui e Giovanni.
Giovanni è qui per Gesù, e non il contrario. Ma ciò che importa – e deve importare – è l’annuncio del regno di Dio.

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Mercoledì Della III Settimana Di Avvento Anno A

AVVENTOMercoledì Della III Settimana Di Avvento Anno A

Sei tu colui che deve venire.
O dobbiamo aspettare un altro.

TESTO:-
Mercoledì Della III Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 7,19-23)
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

Mercoledì Della III Settimana Di Avvento Anno A

Sei tu l’atteso?
Giovanni conduce avanti una predicazione forte.
La sua parola di fuoco fa balenare l’opera abbattitrice della scure, quella purificatrice del fuoco, e quella di un giudizio senza pietà e misericordia. Gesù invece accoglie gli umili, pieno di misericordia verso i peccatori, conduce il suo insegnamento con dolcezza e nel pieno rispetto delle persone. Allora si chiede: Ma è questo il Messia di cui io sono chiamato a preparare la via? Forse un dubbio sulla vera identità del Signore Gesù sorge anche in lui. Per questo invia due dei suoi discepoli per accertarsi di essere nella verità: “Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?” In quel momento sta operando prodigi a vantaggio dei più sfortunati colpiti da varie infermità e posseduti da demòni. La risposta da riportare a Giovanni è la scena a cui stanno assistendo: I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mandati, ai poveri è annunziata la buona novella. E aggiunge: E beato chiunque non sarà scandalizzato di me. Sembra che Gesù voglia dire a Giovanni e a noi: Badate che le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri. Voi vedete le cose, le persone, gli avvenimenti dal fondo della valle, io invece le contemplo dall’alto del monte della mia divinità. Sappiate accettare con umiltà la vostra limitatezza senza voler giudicare ciò che è infinitamente più grande della vostra piccolezza, della vostra capacità di comprendere.

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Martedì Della III Settimana Di Avvento Anno A

AVVENTO

Martedì Della III Settimana Di Avvento Anno A

È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.
In verità io vi dico:
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

TESTO:-
Martedì Della III Settimana Di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 21,28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». Parola del Signore.

MEDITIAMO
MEDITIAMO

Giovanni e i peccatori.
Il messaggio che Gesù porta agli uomini è un mistero; anche la sua persona venuta dal Cielo è un profondo mistero. Nel suo insegnamento però Gesù vuol farsi capire dalla gente e dai capi del popolo. Ricorre agli esempi che sono più efficaci. Per denunciare l’ostilità con cui i sacerdoti e degli anziani hanno accolto la predicazione di Giovanni ricorre alla parabola dei due fratelli. Uno tutto ossequioso verso suo padre, però non fa corrispondere alle parole l’azione: Va a lavorare nella vigna. – Sì, padre, ma non va. L’altro, più insubordinato e quasi ribelle, allo stesso invito, risponde apertamente: Non ne ho voglia – ma poi, si pente, e va. Gesù rivolge una domanda: Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? Rispondono: l’ultimo. E Gesù esplicita l’insegnamento: E’ venuto Giovanni nella via della giustizia e voi non gli avete creduto a differenza dei pubblicani e delle prostitute. Come se dicesse: voi che vi reputate giusti, avete rifiutato la verità; i pubblicani invece e le prostitute, che voi condannate, si convertono e seguono la via della giustizia. Nel servizio di Dio non bastano le buone intenzioni; occorre fedeltà pratica perché l’amor di Dio non consiste nel dire: Signore, Signore, ma nel fare la sua volontà. Ci liberi il Signore da una religiosità di parole priva di fatti concreti.

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